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08.02.2016 - 09:250
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Sono esplosi dei disagi latenti. Noi pronti a fare da bersaglio»

Luigi Pedrazzini a 360°: «la politica deve avere maggior senso di responsabilità verso la ditta. Ho incontrato Canetta per esprimergli la mia preoccupazione»

BELLINZONA - Non aveva preso posizione ufficialmente, ma aveva scelto questa via per gettare ulteriore benzina sul fuoco. Luigi Pedrazzini, direttore della CORSI, ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale dell'organizzazione in merito alla bufera che ha investito la RSI. Pedrazzini conferma come si sapesse che l'azienda di Comano dovesse tagliare per risparmiare, ma non era a conoscenza di chi sarebbe stato toccato dal provvedimento. «Non vi è stato confronto tra direzione aziendale e CORSI sulla decisione, molto controversa (e riconosciuta dalla direzione stessa come sbagliata), di esonerare immediatamente le collaboratrici e i collaboratori toccati dalla misura di licenziamento. Su questo aspetto, a cose fatte, ho incontrato il direttore Canetta assieme alla vicepresidente della CORSI Anna Biscossa. Assieme gli abbiamo fatto presente la nostra preoccupazione per le modalità seguite e per il clima che si stava creando all’esterno e all’interno dell’azienda. Abbiamo pure auspicato la ricerca di soluzioni con il sindacato, per ristabilire una situazione più costruttiva all’interno dell’azienda». La CORSI non ha ritenuto necessario aggiungersi pubblicamente al coro di critiche, ritenendo più importante cercare di ricostruire la fiducia nei telespettatori. Sollecitato da un'intervista di Giorgio Giudici, che affermava come la CORSI di fatto non può guidare la RSI, Pedrazzini ha sottolineato il bisogno di una maggiore e più aperta collaborazione fra i due enti. «Il nostro Comitato è preparato ad accettare il ruolo di “bersaglio” delle critiche che gli vengono rivolte per decisioni adottate dall’azienda. Deve però essere messo nella condizione di conoscere in anticipo queste decisioni, che hanno un forte impatto sull’opinione pubblica, e deve poter esprimere la sua posizione, altrimenti si ritrova nelle condizioni del pugile che combatte con le mani legate dietro la schiena!». «La mia impressione è che questa recente vicenda ha reso visibili disagi che covavano da tempo, ha portato alla luce dissensi interni e esterni all’azienda che già esistevano anche se non si erano manifestati chiaramente», ha proseguito, consapevole che lo strappo fra personale e ditta non sarà facile da ricucire. «Per eliminare disagi interni diventati evidenti in queste ultime due settimane, ma preesistenti, la palla è nel campo della direzione che dovrà adoperarsi per capire e agire di conseguenza, cercando un concreto e costruttivo dialogo con i quadri e con il personale. Dalle collaboratrici e dai collaboratori è però altrettanto lecito attendersi un comportamento responsabile nell’esercizio della critica, per evitare un danno all’azienda che alla fine sarebbero ancora loro a pagare». E non è mancato un attacco alla politica, rea di avere troppe riserve sul mandato pubblico della RSI nonostante ne usufruisca con numerose interviste, invitata ad avere maggior senso di responsabilità. Non ha risparmiato però neppure i vertici dell'azienda, e torna a dire che la mancata copertura degli attentati di Parigi ha causato un grave danno d'immagine. I giornalisti sono, a suo avviso, condizionati da «chi costantemente tiene sotto pressione la RSI. Il problema è però che nel passato i giornalisti del servizio pubblico sapevano di poter comunque contare su un forte consenso attorno alla RSI, ciò che costituiva una sorta di ombrello protettivo contro tentativi d’influenzarne il lavoro. Oggi questo ombrello è diventato molto più fragile». Pedrazzini ha ricordato come tutti i membri della direzione della CORSI appartengono a un partito politico, ma ha specificato come mai abbia preso decisioni volte a favorire il PLR, in cui ha rinunciato ad ogni carica. Conta lo spirito di lealtà con cui si lavora più che il colore politico, ed è per questo che non aveva dato grande importanza (anche se non ricorda esattamente le parole usate) all'uscita dei membri della Lega dalla CORSI. «Tutti coloro che vogliono bene alla RSI, dipendenti e utenti possono soltanto auspicare che si trovino in fretta soluzioni per ripristinare un clima di fiducia interno e esterno. In questa direzione intende operare la CORSI!», ha concluso, facendo notare come a suo avviso la RSI e l'opinione pubblica non siano ancora consapevoli delle sfide future.
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