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26.04.2016 - 16:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Gabriella Mereu infuriata, «mi hanno ingannata e demonizzata perché mi temono»

Intervista esclusiva con la discussa "guaritrice". «Con i miei metodi posso rivoluzionare i cardini della medicina. In Ticino mi hanno trattato peggio che in Italia»

STABIO - Avrebbe dovuto partecipare a Tisana, ma un servizio della trasmissione RSI "Patti chiari" ha sollevato un polverone e Gabriella Mereu non parlerà a Lugano. Lo ha fatto con noi, raccontando i suoi (discussi) metodi e passando al contrattacco con i molti che le danno della millantatrice e della truffatrice, invitando a vedere i video su Youtube di pazienti che avrebbe fatto guarire. «Ho già fatto alzare gente dalla sedia a rotelle con un comando, non sono una pazza... ». Come mai i suoi metodi sono stati così criticati? «Perché io curo senza le medicine. I medici tradizionali hanno paura di me. Mi aspettavo un attacco in Italia ma non nel tranquillo Ticino. Mi fanno ridere, sono una ricercatrice arrivata a fare questo attraverso trent'anni di studio e ricerca, cui ho dedicato la mia vita». Ci spiega come agisce? Da quanto si capisce, lei ritiene che dietro ogni malattia, anche le più terribile come la sclerosi multipla, ci sia una qualcosa di mentale? «Esatto. Ho delle premesse teoriche, come in qualsiasi studio scientifico parto da un'ipotesi e poi la verifico. Ho fatto il medico omeopata e olicista per dieci anni, poi mi sono resa conto che l'omeopatia è un'informazione e questa informazione si può dare non solo attraverso i granuli comprati in farmacia ma anche verbalmente. Il rimedio omeopatico nulla è se non è una personalità, il male è una personalità. Questa personalità cozza con l'anima, che si lamenta di esserne imprigionata. Il contenuto della teoria omeopatica è questa, se io parlo alla personalità, gli do un messaggio diretto secondo l'anima faccio sì che essa si centri e si liberi dai disturbi. La frase deve essere limitata e centrata, di poche parole, chirurgica, come una freccia, e deve arrivare dritto al problema. La personalità non è altro che un archetipo, una coscienza deviata rispetto all'anima, rimetto in asse, a posto, l'informazione sbagliata e succedono spesso questi miracoli. Come faccio a spiegarmi se la persona che ho di fronte non conosce quello che sto dicendo? Penso a una collega medico che aveva un eczema all'occhio, dicevano che fosse allergica all'oro, si curava da mesi col cortisone, in realtà era allergica "a loro", i suoi parenti». Lei vede spesso problemi legati alla famiglia alla base delle malattie? «Dire che la maggior parte dei problemi viene dai parenti è banale, essi sono quasi sempre alla base. Un medico per esercitare deve leggere la mente, dunque non la chiamerei psicoterapia ma semplicemente ciò che un dottore deve fare. Lo stesso rimedio omeopatico, siccome fa leva sui sintomi mentali, si potrebbe chiamare psicoteraupeta». Che tipo di pazienti vengono da lei? «Sono l'ultima spiaggia, e spesso li curo al telefono, senza nemmeno vederli. Missione o lavoro? Per me è un divertimento. Una mia consultazione mediamente in Italia cosa 90 euro, in Ticino non mi faccio mai pagare perché mi stanno talmente perseguitando che non tento neppure di esercitare. Anzi, ho paura di essere controllata. A Locarno il medico cantonale mi ha scritto che non potevo interagire col pubblico, ma lo faccio sempre: mi dicono che non si possono presentare casi concreti, in realtà però lo sono tutti». Non potrà parlare a Tisana, come si sente al riguardo? «Mi sento potente, non hanno mai impedito a nessuno di parlare, si vede che mi temono. Stravolgo epistemologicamente tutta la medicina, per questo non vogliono farmi parlare. Sembra che io sia una bandita». In Italia è stata radiata, qui non può esercitare. Come si muoverà? «La diffamazione attraverso le "Iene" e la radiazione sono arrivate quando ero già in Svizzera da qualche mese. Avevo già fondato la mia società divulgativa, che ora si chiama "Linguaggio analogico del malessere". Lì c'è gente che impara da me, insegno dappertutto, nei seminari, alle conferenza, a Rimini e a Lugano. Chiunque può usare il mio metodo, per quello mi temono». Cosa ci dice del servizio di "Patti chiari" che tanto ha colpito? «La RSI mi ha fatto un inganno ed è perseguibile per legge, li devo denunciare. Mi hanno adescato con la storia della signora paralitica, da cui non mi sono fatta pagare per cui non possono dire che esercito abusivamente. Non ho usato farmaci e le ho detto la verità, cioè che se sta così da 20 anni vuol dire che la medicina non serve. Oltretutto, il filmato è stato mandato in onda senza la mia autorizzazione, mi hanno filmato di nascosto. Hanno agito in maniera vigliacca, senza che io lo sapessi. E non hanno detto che non mi sono fatta pagare». Lei in pratica pensa che i medici non sappiano curare i pazienti. «Guardi tutte le testimonianze, tutti i pazienti dicono che hanno speso soldi e sono stati avvelenati dalle medicine e che io, senza conoscerli e senza farmi curare, ho risolto il problema. Se vengono da me è perché i medici non li hanno curati. Io pongo altre basi, non si può prescindere dalla mente e dall'anima di una persona. Mi hanno massacrato, aggredito, senza parlare con me, l'Ordine dei medici non mi ha voluto ascoltare. E in Ticino mi hanno trattato peggio che mai». Non teme la pubblicità negativa di tutto questo polverone? «La pubblicità è solo positiva, se fossi davvero una truffatrice sarebbe negativa ma così ma gente sarà incuriosita. Sono troppi cinque giornali in sei giorni, oltre alla RSI e alle "Iene" che parlano di me: o sono una pazza o vanno a vedere chi sono, e vedendo i video si accorgono che non sono pazza». Da noi contattato Lorenzo Mammone ha immediatamente risposto alle accuse di Gabriella Mereu. «L’uso della telecamera nascosta è regolamentato da procedure a cui si attiene la RSI. Preponderante nella decisione è l’interesse pubblico della vicenda di cui ci si occupa ma anche l’impossibilità, con altri mezzi, di ottenere le stesse informazioni. Un elemento aggiuntivo può esser anche quello della gravità dei fatti che si intendono denunciare attraverso l’uso di una telecamera nascosta. La redazione di patti chiari ha valutato che nel sevizio dedicato al caso della signora Mereu tutti questi criteri fossero ampiamente adempiuti», ci ha spiegato il produttore e conduttore della trasmissione. «Va specificato che la redazione di "Patti chiari" ha avvisato la signora Mereu che le avremmo dedicato un servizio, offrendole, come da prassi, la possibilità di prendere posizione attraverso un’intervista ed informandola delle testimonianze che la chiamavano in causa così come di tutti i rimproveri che le venivano mossi. In un primo momento ha accettato l’invito poi inspiegabilmente, nonostante la nostra insistenza, ha deciso di non rispondere alle nostre domande. Peccato perché la signora Mereu si lamenta spesso del fatto che nessuno le permetta di esprimersi, ma quando , come in questo caso, le viene offerta la possibilità di farlo, lei rifiuta». L'interrogazione parlamentare di Massimiliano Ay (PC) La reazione del sindaco di Lugano Marco Borradori La decisione di Tisana di annullare la conferenza della Mereu
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