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16.06.2016 - 11:210
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Sergi, «quel testo non è conforme alla nostra iniziativa. E il Gran Consiglio ha pasticciato...»

Il primo firmatario dell'iniziativa "Basta con il dumping salariale" contesta il testo che sarà sottoposto al Parlamento. E aggiunge: «ridicolo dover dichiarare urgente un'iniziativa ferma da cinque anni!»

BELLINZONA - Il testo "conforme" presentato dalla Commissione della Gestione e basato sull'iniziativa "Basta col dumping salariale", che dovrà essere approvato dal legislativo, fa arrabbiare l'MPS, che non lo ritiene conforme alla sua iniziativa. Il primo firmatario, Giuseppe Sergi, ha scritto al Presidente del Gran Consiglio. «Il Parlamento ha tutto il diritto di non condividere il contenuto dell’iniziativa (e infatti le oppone un controprogetto), ma non ha il diritto di formulare un testo di iniziativa che non sia conforme a quello presentato da un’iniziativa generica sui punti che il Gran Consiglio ha giudicato ricevibili», fa notare Sergi. Il punto controverso si trova all'articolo 1. Il testo che sarà sottoposto al voto dice che la legge disciplina «"l’obbligo dei datori di lavoro aventi sede o domicilio nel Cantone Ticino, di fornire all’autorità competente i dati essenziali inerenti i contratti di lavoro non sottoposti a contratti collettivi dichiarati di obbligatorietà generale"». «Questa limitazione dell’obbligo dei datori di lavoro di segnalare solo i contratti di lavoro non sottoposti a contratti collettivi dichiarati di obbligatorietà generale è una invenzione della commissione», tuona Sergi, poiché l'iniziativa chiedeva che «"a tal fine i contratti di lavoro esistenti all'inizio dell'anno e quelli conclusi durante l'anno devono essere notificati dal datore di lavoro all'Ispettorato cantonale del lavoro"». Un fatto che Sergi credeva già risolto: quando il testo gli era stato sottoposto per email, un anno e mezzo fa, aveva sottolineato che «dalla nostra lettura ed analisi è scaturito che il punto 1 del progetto di legge elaborato non è conforme all'iniziativa. La stessa chiede che le informazioni relative ai contratti di lavoro stipulati in Ticino debbano essere notificati all'Ufficio cantonale del lavoro. Si tratta, nella misura in cui l'iniziativa non menziona limitazioni, di tutti i contratti individuali stipulati. Il progetto di legge limita la comunicazione di questi contratti solo a quelli di settori nei quali non vige una CCL di obbligatorietà generale. Si tratta di una limitazione non conforme al testo dell'iniziativa e, ora che la stessa è stata dichiarata accettabile ai punti 1-2-3, anche alla decisione dello stesso Gran Consiglio (...) A nostro parere, onde essere conforme al testo dell'iniziativa, l'art. 1 lett. a) dovrebbe terminare dopo "contratti di lavoro": quel che segue andrebbe stralciato». Specificando che se «la Commissione della Gestione si fosse disturbata a sottoporci la versione finale del testo conforme avremmo ribadito la nostra posizione», chiede dunque l'intervento del Presidente del Gran Consiglio, «almeno su questo punto. Il testo conforme che il Parlamento si appresta ad approvare, su proposta della commissione della Gestione, è quello sul quale i cittadini e le cittadine saranno poi chiamati a esprimersi. Per questo è inaccettabile che tale testo non sia conforme all'iniziativa». Il Gran Consiglio, a suo dire, «ha già pasticciato in merito a questa iniziativa non rispettando i termini di 12 giorni per la consegna ai deputati della documentazione relativa a questo oggetto, inserito nell’ordine del giorno della prossima seduta del Gran Consiglio». Verrà dunque chiesta la procedura d'urgenza, secondo lui ridicola. «Che senso ha dichiarare "urgente" una iniziativa che si è tenuta ferma quasi cinque anni dopo la dichiarazione della sua riuscita?». La discussione sul progetto di legge è partito, dunque, nel peggiore dei modi.
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