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02.08.2016 - 09:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Cattaneo indica la via, «PLR, devi avere il coraggio di dire no». La sorpresa di tutti

In molti all'interno del partito liberale speravano e credevano che il presidente si ricandidasse. Cattaneo afferma che si è chiuso un ciclo ma intende rimanere alla guida sino alla fine del mandato

BIASCA - Dalle reazioni, si intuisce che nessuno si attendeva che Rocco Cattaneo ieri durante la festa per il primo d'agosto organizzata dai liberali annunciasse il suo addio alla presidenza. Anzi, che nessuno credeva che avrebbe lasciato. «Sono davvero sorpreso, e anche un po’ disorientato, ero convinto che alla fine avrebbe deciso di continuare», ha detto il vicepresidente Nicola Pini al Corriere del Ticino. Gli ha fatto eco l'altro vice, Michele Morisoli: «Speravo avrebbe continuato. Cattaneo ha saputo dare una svolta, un’iniezione di energia, nuovi stimoli. I risultati ci sono stati, anche se forse sono mancati quelli che fanno colpo». «Con Rocco è cominciata l’inversione di tendenza, soprattutto grazie alla politica di rinnovamento, con una squadra di giovani in Gran Consiglio. Ci sarà stato anche chi non ha gradito il linguaggio diretto di Rocco, le sue azioni poco abituali in politica, ma quel che conta, è l’entusiasmo che è rinato nel partito», lo ha omaggiato il Consigliere di Stato Christian Vitta. Anche Walter Gianora, ex presidente, è sorpreso. «Non me l’aspettavo. Il mio auspicio è che il prossimo presidente porti avanti il processo di rinnovamento e che sostenga i giovani». Rocco Cattaneo, intanto, nelle interviste a caldo, ha precisato che non lascerà la carica prima della fine del mandato, ma che anzi cercherà di portare a termine i temi ancora aperti, su tutti la comunicazione, di cui non ha potuto occuparsi a pieno per le numerose campagne elettorali. «Sento che oggi il PLR è più forte di quattro anni fa. C’è un bel gruppo parlamentare giovane, abbiamo un consigliere di Stato, Christian Vitta, che sta svolgendo un ottimo lavoro a Berna, così come le sezioni a livello comunale. Un’altra conferma è anche data dai risultati alle recenti elezioni cantonali, dove abbiamo ottenuto un 12% in più di schede, quindi oltre 3.000 in più», ha tracciato con orgoglio il bilancio. Su alcuni obiettivi non raggiunti, ha parlato dei tempi lunghi della politica, e stuzzicato sul suo terzo posto nella lista liberale nella corsa per il Consiglio Nazionale, ha replicato che «la politica a Berna mi interessava e mi ero messo in lista anche per questo motivo. Però un presidente che si mette in gioco è sempre un po’ una figura amata e meno amata all’interno del partito. Sapevo di questo rischio, però l’ho fatto volentieri, è stata una campagna in più. È una sconfitta, sono sportivo, o meglio, non è stato un obiettivo raggiunto. Ma non è stato questo ad aver giocato un ruolo nella mia decisione». Perché lascia, sostanzialmente? Cattaneo è convinto che il suo ciclo sia concluso, ma ancora non sa se continuerà a svolgere politica attiva. Su cosa deve fare il PLR però ha le idee chiare, e lo ha ribadito anche durante il suo discorso di ieri. «In questo Consiglio di Stato siamo in minoranza e dobbiamo avere anche il coraggio su tanti temi che propone l’Esecutivo di non essere d’accordo e di affermarlo in modo chiaro, netto e profilato. Cosa ci manca? Essere maggiormente profilati sia nei confronti della Lega sia del Partito socialista. Abbiamo bisogno di politici più decisi e dobbiamo renderci conto che in Governo siamo un partito di minoranza. A volte sono rimasto deluso dai nostri politici».
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