Martinoli smorza i toni. «Non sarebbe il massimo ma neppure un attentato al sistema educativo»

LUGANO - Piero Martinoli fra pochi giorni non sarà più il rettore dell'Università della Svizzera Italiana. Sulle colonne de La Regione ha commentato la proposta, che verrà portata in Gran Consiglio, di PPD, PLR e Lega per far sì che un terzo degli importi per le borse di studio debba essere restituito già a partire dal Bachelor. Per Martinoli, una situazione non ideale ma neppure drammatica. «Di principio ritengo che la formazione dovrebbe essere veramente l’ultima voce su cui risparmiare (salvo in caso di sprechi palesi). E questo vale soprattutto in periodi non floridissimi, nei quali bisognerebbe essere "anti-ciclici". Si dovrebbero accrescere gli investimenti nella formazione, che è la risorsa migliore per avere giovani in grado di affrontare le sfide di un mercato del lavoro sempre più competitivo e cangiante e dunque in grado, un domani, di essere solidi contribuenti per le casse statali», sostiene innanzitutto. A suo avviso, estendere la formula del prestito al Bachelor è «troppo presto» ma «non credo nemmeno che ciò produrrebbe una situazione drammatica; così come non sarebbe drammatico mantenere a bilancio quei due o tre milioni che, secondo le stime, si risparmierebbero con questa misura. Sono comunque sicuro che, come anticipato dal deputato Alex Farinelli, saranno in caso previste le debite eccezioni per i meno abbienti». Poi fa rimarcare l'esistenza di borse di studio private: dunque, se la proposta divenisse realtà, «questo taglio non sarebbe il massimo, ma nemmeno un attentato al sistema educativo». Infine, ha ribadito come secondo lui le borse di studio non dovrebbero essere "incondizionate" bensì legate, oltre che al reddito, ai risultati.