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15.12.2016 - 15:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Boom, la Lega è divisa. Bignasca non arretra, Caverzasio: «la ricreazione è finita»

Il capogruppo è pronto, assieme a Badasci, a lasciare la Commissione della Gestione con Foletti. I tre "dissidenti" confermano la loro posizione, e nessuno nega più i dissidi interni

BELLINZONA - Sì, la Lega è spaccata, vittima di correnti interne e lotte per il potere. Il voto di ieri, in cui il gruppo si è diviso, in merito al Preventivo, lo evidenzia, e lo ammettono anche i protagonisti. In via Monte Boglia, ora, tira aria di bufera. Boris Bignasca da tempo aveva detto che avrebbe bocciato il preventivo, se fossero stati applicati dei miglioramenti. Gli altri leghisti (Badasci non vota e il capogruppo Caverzasio ieri era assente) non lo hanno seguito, assieme a lui hanno votato no a entrambi i rapporti Sabrina Aldi e Gianmaria Frapolli, nonostante in una riunione di gruppo avessero provato a convincerli a fare il contrario. «Il nostro No al Preventivo 2017 è frutto di un percorso politico e personale difficile e ponderato. Il nostro No al preventivo parte dall’osservazione della grave crisi economica che colpisce le famiglie e le piccole e medie imprese ticinesi. Il nostro No al preventivo riguarda la nostra coscienza e la nostra idea per rilanciare questo paese che amiamo profondamente e che ha bisogno di un cambio di rotta», fanno sapere i tre in una nota diffusa oggi, in cui citano Churchill. «Purtroppo il Canton Ticino ha scelto da anni la via del “tassa e spendi” facendo aumentare i costi dello Stato per l’amministrazione e per i sussidi a tutti (stranieri compresi) in maniera incontrollata». «Già diversi mesi fa abbiamo mandato a governo e commissione della gestione le nostre proposte per fare dei piccoli passi per diminuire la spesa dello Stato e conseguentemente riuscire ad aver quel margine fondamentale per ridurre l’imposizione fiscale e raggiungere gli altri cantoni, che già da anni purtroppo hanno una fiscalità più vantaggiosa della nostra», ed elencano poi le misure note, dai tagli ai sussidi per gli stranieri sino al blocco delle assunzioni nell'amministrazione, dalla riduzione dei costi per l'asilo a modi per limitare la libera circolazione. «Nella nostra azione di deputati continueremo a mettere al primo posto il benessere di questo paese e dei cittadini che hanno diritto di poter continuare a sperare nel futuro e per fare questo non ci piegheremo mai a qualsiasi diktat partitico o governativo, continuando ad esercitare la nostra attività liberamente». La linea dura dei tre, dunque, appare continuare. Già ieri, dopo quanto successo, Michele Foletti ha dichiarato di voler lasciare la Commissione della Gestione. «Ora basta, vedremo se qualcuno si farà avanti per sostituirmi», ha spiegato al Corriere del Ticino. «Qui c’è qualcuno che vuole una spaccatura interna per dei giochi di potere nella Lega. Resta da capire dunque se lo scopo era quello di far perdere la Lega o prendersi la conduzione del suo gruppo», ha poi attaccato. Tramite La Regione, il capogruppo Daniele Caverzasio ha annunciato di essere pronto, assieme al presidente del Gran Consiglio Badasci, a uscire dalla Gestione. Non usa poi mezzi termini, Caverzasio: «Chiederò un chiarimento a trecentosessanta gradi. Si tratta di far capire  che la ricreazione è finita e che bisogna  tornare a lavorare uniti». La Lega, insomma, non nasconde più i problemi interni, intravvisti già con le famose misure anti smog di Zali e esplosi con la questione del referendum riguardo la tassa sul sacco. Ora bisognerà capire se i dissidi sono risolvibili, oppure se si è sulla strada di non ritorno.
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