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04.06.2018 - 17:220
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

La Destra vuole chiarimenti sul credito della sperimentazione. "In attesa del voto non verrà usato, vero? E Bertoli ha intimato ai direttore delle scuole medie di fare propaganda pro riforma?"

I deputati di UDC e Area Liberale interrogano il Governo. "Le locandine che stanno circolando sono state finanziate e/o distribuite dal DECS? Se sì, per parità di trattamento, il Consiglio di Stato sarebbe disposto a distribuire anche la presa di posizione dei contrari?"

BELLINZONA – È semplice prevedere che la votazione sul credito per la sperimentazione su La Scuola che verrà scalderà l’estate. Già vi sono le prime polemiche, fra chi parla di volantini distribuiti a favore della riforma nelle scuole.

Il credito teoricamente è già stato stanziato, essendo stato votato dal Gran Consiglio. E i rappresentanti in Parlamento di UDC e Area Liberale vogliono essere sicuri che quei 6,7 milioni non vengano utilizzati prima del voto di settembre.

“Crediamo sia importante dipanare sin da subito eventuali dubbie avere delle risposte chiare e univoche rispetto anche ad alcuni fatti che ci sono stati riportati. Con ciò, vogliamo unicamente fare chiarezza, prima di affrontare questi mesi di campagna che precederanno il voto e assicurare così ai cittadini che nessuna parte del credito sia stata (o sarà) utilizzata per scopi inerenti alla campagna di voto che ci attende”, scrive Lara Filippini in un’interrogazione, con cofirmatari Paolo Pamini, Gabriele Pinoja, Tiziano Galeazzi, Sergio Morisoli e Cleto Ferrari.

Dunque chiedono:

"- Come intende il Governo vegliare affinché il credito votato dal Gran Consiglio di 6.7 mio, e ora sotto procedura referendaria, non venga usato?

- Risulta al Governo che delle spese per la Scuola che verrà siano già state assunte e coperte/pagate da questo credito, dopo il voto del Gran Consiglio?

- Ci sono degli impegni verso terzi già assunti e/o pagati in precedenza, prima del voto del Gran Consiglio che sono da addebitare a questo credito ora sottoposto a referendum popolare?

- Ci sono direttive precise ai funzionari del DECS e del DFE affinché il credito rimanga congelato sia negli impegni che nei pagamenti fino a dopo il voto popolare?

- Le locandine che stanno circolando (vedi allegato) da chi sono state ideate e pagate? Qual è stato (se c’è stato) il ruolo del DECS nella produzione/distribuzione di queste locandine?

- Nel qual caso il DECS si fosse reso partecipe, finanziariamente o in altro modo, dei suddetti volantini, il CdS, per parità di trattamento, concederebbe e agevolerebbe la distribuzione di un volantino eseguito dai promotori del referendum (con le medesime modalità) presso le varie sedi scolastiche?

- Corrisponde al vero che nel mese di maggio 2018, durante il plenum dei direttori delle SME il Direttore del DECS Manuele Bertoli ha “intimato” a quest’ultimi di produrre una posizione scritta favorevole alla “Scuola che verrà”? E corrisponde al vero che ha altresì auspicato che tutti i docenti facciano propaganda a favore della sperimentazione il prossimo 23 settembre?"
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