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07.07.2018 - 12:000

"Sovranisti con la cassa svizzera?". Foa sarebbe l'anello di congiunzione fra il Ticino e i 5 Stelle. Ma lui replica, "tesi totalmente infondata, ridicola"

"Non è solo un blogger, è in prima linea nella battaglia sovranista", scrive di lui l'Espresso, che lo annovera fra i clienti, con MediaTi holding, di Pietro Dettori, fratello del socio della piattaforma digitale del Movimento 5 Stelle. "Non sono nemmeno stato contattato: violate le norme più elementari del giornalismo", dice lui

MUZZANO – "Sovranisti? Sì, ma con la cassa in svizzera, c'è la Lega delle leghe predicata da Matteo Salvini". È il titolo dell'articolo del settimanale italiano L'Espresso, disponibile da domani in edicola, nel quale viene tirato in ballo l'amministratore delegato del gruppo MediaTI Marcello Foa.

L'inchiesta dell'Espresso, si legge sul sito internet del settimanale con sede a Roma, "ricostruisce una trama di contatti e iniziative che coinvolge Cinque Stelle e Lega".

"Si parte da Silenzi e falsità, sito internet che appoggia il governo di Giuseppe Conte. A capo dell'iniziativa c'è Marcello Dettori, esperto di social media con una parentela importante. Suo fratello Pietro, infatti, è socio di Rousseau, la piattaforma digitale del Movimento 5 Stelle".

Cosa c'entra Foa con tutto questo? È presto detto. "Tra i clienti segnalati nel sito personale di Pietro Dettori figura la MediaTi holding, il più importante gruppo editoriale della Svizzera italiana". Stando a quanto riferito dall'Espresso, dunque, "Marcello Foa è la persona che funge da anello di congiunzione tra due mondi apparentemente distanti".

"Non è solo un manager", scrive il settimanale. "Come giornalista e blogger lo troviamo in prima linea nella battaglia sovranista e i suoi commenti compaiono spesso sul sito Silenzi e Falsità".

E ancora: "Il numero uno del Corriere del Ticino non ha mai nascosto il suo sostengo a Matteo Salvini, con cui c'è un rapporto di conoscenza e stima reciproca. Il 14 giugno scorso, l'ultimo libro di Foa (Gli stregoni della notizia, atto secondo) è stato presentato a Milano e il capo della Lega si è materializzato con un video intervento".

Ma non è finita qui. "L’8 marzo scorso", scrive L'Espresso, "Marcello Foa è stato uno dei pochi ammessi all'incontro tra Salvini e Steve Bannon, ex consigliere di Donald Trump. Il giornalista-manager è in ottimi rapporti con il miliardario svizzero Tito Tettamanti, il fondatore del Gruppo Fidinam, specializzato nella consulenza fiscale internazionale".

"I soldi del miliardario svizzero" conclude il settimanale "farebbero molto comodo all’internazionale del populismo. Perché il denaro non conosce confini. Neppure per i sovranisti"

È arrivata puntuale la risposta di Marcello Foa alla news pubblicata da Liberatv. Al portale, l'amministratore delegato di MediaTi ha dichiarato di aver avuto "una reazione di ilarità all'articolo dell’Espresso".

"La tesi dell'articolo è talmente infondata nelle argomentazioni" continua Foa "e colma di fantasiose e diffamanti insinuazioni, da essere semplicemente ridicola. Il collega che l'ha firmato, tale Vittorio Malagutti, ovviamente non mi ha interpellato, violando le più elementari norme del giornalismo d'inchiesta, e questo la dice lunga sulla serietà di una testata un tempo autorevole".

Poi una precisazione. "Tra l'altro al famoso pranzo con Steve Bannon a Lugano erano presenti anche Roberto Antonini della RSI e Danilo Taino del Corriere della Sera. Non c'è che dire, un tavolo di loschi congiurati".

"Un lettore mi ha consigliato" scrive Marcello Foa su Facebook riportando la questione "di querelare il settimanale. Non so, deciderà il mio avvocato. Al solo pensiero che si possa fare un'inchiesta con questi criteri a me scappa davvero da ridere".

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