LUGANO – Boris Bignasca è pronto a mettere in discussione ogni aspetto della Lega. E quando gli si fa notare che Caverzasio ritiene che si debba tornare alla Lega con anima sociale e meno filogovernativa, non aspetta di meglio.
“E come potrei non essere d’accordo visto che lo sostengo da anni? Sarò anzi contento se questa consapevolezza tornerà a trovare spazio all’interno della Lega, dopo un lungo periodo in cui sembrava quasi eretico porre la questione…”, dichiara a liberatv.ch.
Dove si mostra felice per il risultato personale ma ovviamente scontento per quello del partito. “Perdere quattro seggi in Gran Consiglio è grave, come è preoccupante la perdita di consensi in tutti i comuni, e in particolare nelle Città, a cominciare da Lugano. È inutile girarci intorno: abbiamo perso le elezioni”.
Ma non è colpa dei mal di pancia causati dall’alleanza con l’UDC, a suo avviso, semmai è stato un errore parlarne troppo. “Questa storia della lista unica ha occupato gran parte della campagna elettorale. Ed è possibile che una parte degli elettori abbia pensato che più che concentrarci sui problemi dei ticinesi, pensassimo a come blindare meglio i nostri seggi. Quindi la lezione che possiamo trarre da questa esperienza, è quella di smetterla di parlare di noi stessi, e di architetture elettorali, e tornare a parlare di temi”.
Il sistema dei colonnelli è ancora valido? “Qualsiasi leadership che ha la responsabilità di guidare un partito, dopo una sconfitta viene messa sotto esame. È naturale e giusto che sia così. Il modello dei colonnelli ieri ha perso, ma in passato ha vinto. Dopo una sconfitta non bisogna cambiare tutto, ma correggere gli errori. E quindi una riflessione sul rinnovamento sostanziale del modello di leadership dei colonnelli, secondo me va affrontata”, dice Bignasca, che a Zali rimprovera una campagna elettorale poco attiva e i battibecchi con Pronzini.