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16.01.2017 - 18:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il Consiglio della Magistratura. «Corti, certe accuse non si fanno a mezzo stampa. Sono infondate e offensive»

Il procuratore pubblico dimissionario sarà sentito per «sostanziare le sue accuse nelle sedi opportune, anche a tutela della magistratura e della sua immagine. C'è sconcerto».

BELLINZONA - Le dimissioni di Nicola Corti da procuratore pubblico hanno fatto molto discutere. Se in politica qualcuno (la Lega) desidera cogliere l'occasione per risparmiare e dunque non vuole sostituire Corti, altri (il PPD su tutti) chiede un incontro per chiarire le motivazioni. Le accuse infatti formulate dall'ormai ex procuratore pubblico sono pesanti. A suo avviso, esistono nel sistema giudiziario dei problemi irrisolti, che non gli permetterebbero di svolgere il suo lavoro in modo sereno, e addirittura l'autonomia dei giudici, nel sistema, non sarebbe garantita. Una dichiarazione che ha fatto rizzare i capelli in testa a Norman Gobbi, che ha saputo replicato smentendo. Oggi il presidente del Consiglio della magistratura, giudice Werner Walser, ha incontrato, nel primo pomeriggio, l'Ufficio del procuratore generale. Dall'incontro, come comunica il Ministero, «si rileva il profondo sconcerto del Ministero pubblico, per le accuse espresse dal procuratore pubblico Nicola Corti nei suoi confronti, considerate infondate e offensive per chi, in realtà, opera sul fronte e giornalmente si prodiga per garantire il buon funzionamento della procura». Inoltre, secondo il Ministero pubblico, «eventuali situazioni considerate problematiche debbano essere oggetto di discussione prima di tutto tra gli interessati e deplora di esserne posto a conoscenza solo tramite gli organi di stampa. Il modo di procedere adottato dal magistrato dimissionario è ritenuto suscettibile di influire negativamente sul rapporto di fiducia e di collegialità, necessario affinché tutti possano operare con la dovuta tranquillità in seno al Ministero pubblico». Corti sarà sentito dal Consiglio della magistratura, per «sostanziare le sue accuse nelle sedi opportune, anche a tutela della magistratura e della sua immagine».
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