BELLINZONA - La fredda politica borghese opposta a quella dei cittadini, chi vuole tagliare contro chi desidera una società migliore. Fabrizio Sirica, nell'ambito della propaganda a favore di 4 no il 12 febbraio, offre una particolare e spietata analisi del quadro della politica ticinese. Lo spunto gli viene dalla prima pagina de La Regione di qualche giorno fa, dedicata proprio ai referendum: due riquadri, a sinistra chi desidera che si voti no, a destra chi invece ha raccolto le firme e spinge per il sì.«Due immagini a confronto. Simbolo di due modi di intendere la politica agli antipodi. Nel primo c'è la politica borghese. Potente, certo, ma fondamentalmente fredda, distante, opaca come i finanziamenti dei partiti a cui appartengono. Quella con favori da restituire, cene con i pezzi grossi per mettersi d'accordo. La politica che alcuni chiamano "casta", altri "establishment".. mah, fate voi per il nome, si vede, è quella roba lì», scrive il vicepresidente del PS su Facebook.«Nel secondo riquadro molte persone fuori dal palazzo del potere, accompagnate da 29 mila concittadini, che chiedono giustizia sociale. Cose semplici e apparentemente scontate: maggiore uguaglianza, maggiori diritti per chi fa fatica. Uniti dalla passione e da un'idea di società migliore. Con sfumature diverse, ma con quel sogno quotidiano». prosegue.Continua l'attacco: «Io sono maledettamente fiero di essere nel secondo riquadro, opponendomi con tutte le energie che ho, ogni giorno, a quella politica serva delle grosse imprese, pronta a regalare loro miliardi e a lasciare in mutande la popolazione. In Ticino siamo messi male, noi "persone normali" lo sappiamo: salari da fame, guerra tra poveri, giovani che non trovano lavoro e famiglie costrette ad andare a vivere in Italia per campare. E la responsabilità è di quei signori e dei loro partiti. Di quelli li nel primo riquadro. A fingere di azzuffarsi per le c-------e, ma sui temi centrali, quando c'è da far favori all'economia, o tagliare sul popolo, o indebolire il diritto sul lavoro: tutti allineati».Il 12 febbraio, per lui, è una resa dei conti. «Abbiamo l'obbligo morale di trovarci, unirci e con una sola voce dire Stop a questa politica che con le sue minacce tipo "se non votate così saranno guai" e che con le loro promesse mai mantenute, ci ha portato dove siamo». Oltre a votare 4 volte no, invita tutti a partecipare alla manifestazione, organizzata dalle forze di sinistra e dai sindacati, contro i tagli.