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05.02.2019 - 12:140

Ridurre le temperature nelle aule? Non solo, una sfida ai giovani. "Mostrate la vostra coerenza"

Pamini, Denti, Ferrari e Morisoli chiedono che ogni classe possa votare di abbassare la temperatura nelle aule per ridurre le emissioni. Ma quanto chiesto va oltre: vogliono prendere in mano il futuro, diamo loro la possibilità di farlo

BELLINZONA – Ridurre la temperatura all’interno delle aule scolastiche per diminuire le emissioni? Paolo Pamini, Franco Denti, Cleto Ferrari e Sergio Morisoli chiedono al Consiglio di Stato di permettere a ciascuna classe di determinare quanti gradi tenere in aula.

In teoria, si parla di giovani di medie e liceo, che non sempre hanno già il diritto di voto. Ma i deputati desiderano dar loro la possibilità di passare dalle parole ai fatti, dopo la manifestazione del weekend scorso. Ovvero, quanto siete pronti a sacrificare per quello per cui siete scesi in piazza?, pare essere la domanda contenuta nel testo.

Il decreto che secondo i quattro dovrebbe entrare in vigore dice:

“Il Gran Consiglio
della Repubblica e Cantone Ticino

preso atto della manifestazione popolare di sabato 2 febbraio 2019 che ha visto partecipare a Bellinzona centinaia di giovani ticinesi chiedendo urgentemente di prendere provvedimenti in Ticino contro i cambiamenti climatici;

vista l’iniziativa parlamentare elaborata del 18 febbraio 2019 di Paolo Pamini e cofirmatari;

vista l’attivazione della clausola d’urgenza giusta l’art. 71 cpv. 1 Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato;

d e c r e t a :

Articolo 1
Entro due settimane dall’entrata in vigore del presente decreto, ogni sede scolastica medio-superiore del Cantone mette ai voti, in ogni classe scolastica, la riduzione della temperatura dell’aula ai fini di ridurre il consumo di energia.

Articolo 2
1La classe decide a maggioranza semplice. Hanno diritto di voto tutti gli alunni membri di quella classe indipendentemente da cittadinanza, età, sesso o altra caratteristica personale.
2Qualora le classi vengano ricomposte in occasione di differenti lezioni, ogni composizione di classe vota la temperatura dell’aula da adottare in tale lezione.
3Nel caso di locali utilizzati da più classi, fa stato la temperatura votata dal maggior numero di classi.
4Qualora non sia possibile regolare la temperatura in ogni singolo locale, la procedura di cui al capoverso 3 è applicata all’unità immobiliare più piccola che permetta una regolazione indipendente.

Articolo 3
1Si mette dapprima ai voti la riduzione della temperatura a 18 gradi Celsius nell’aula della classe.
2Si mette in seguito ai voti la riduzione della temperatura a 17 gradi Celsius nell’aula della classe.
3Si mette inoltre ai voti la riduzione della temperatura a 16 gradi Celsius nell’aula della classe.
4Si mette infine ai voti la riduzione della temperatura a 15 gradi Celsius nell’aula della classe.
5Fino alla fine dell’anno scolastico in corso, la temperatura massima dell’aula ottenuta grazie all’impianto di riscaldamento equivale alla minore tra le soglie dei capoversi da 1 a 4, se accettate democraticamente dalla classe.
6Entro tre settimane dall’entrata in vigore del presente decreto, la direzione dell’istituto comunica al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport i risultati delle decisioni prese dal corpo degli studenti. Il Dipartimento provvede immediatamente a rendere pubblici tali dati.

Articolo 4
Al momento dell’inizio del nuovo anno scolastico, le procedure descritte agli articoli 2 e 3 vengono nuovamente ripetute.

Articolo 5
Il presente decreto legislativo entra immediatamente in vigore e decade il 31 gennaio 2020”.

Tutti, insomma, possono dire la loro. Democrazia al 100%.

La lettura che facciamo di questa iniziativa parlamentare va oltre la temperatura in classe. “Molti tra i giovani manifestanti hanno dichiarato ai media di voler prendere in mano il proprio futuro e che il cambiamento inizia con le piccole decisioni e i sacrifici quotidiani di ogni persona. I manifestanti hanno chiesto misure urgenti e stanno ipotizzando uno sciopero studentesco in Ticino il 15 marzo 2019”, si legge nel testo. Ed ora i deputati vogliono dar loro questa possibilità.

“I firmatari ritengono lodevole l’impegno civico dei giovani manifestanti e legittima la richiesta di poter dare con urgenza dei chiari segnali alla popolazione. Per tale motivo, si propone di permettere ad ogni classe delle scuole medio-superiori del Cantone di votare democraticamente se e quale sacrificio sia disposta a compiere in termini di riduzione del consumo di energia per il riscaldamento della propria aula. SI chiede inoltre che il DECS, informato dalle direzioni degli istituti, renda note pubblicamente le decisioni prese dai vari istituti, in modo che l’esemplare sacrificio delle alunne e degli alunni ticinesi possano giungere ai cuori e alle menti delle cittadine e dei cittadini ticinesi”, proseguono.

Una sorta di test per passare dalle parole ai fatti, per permettere a questi giovani di decidere, seppur su una questione che può parere marginale, per sé stessi. E dando loro la possibilità di mostrare coerenza tra quanto urlato in piazza e le azioni: di mostrare, insomma, una presa di responsabilità e che tutto non si riduce in un pomeriggio in piazza.

“La messa in votazione della proposta di risparmio energetico classe per classe tiene conto della diversità delle preferenze e permette se desiderato di mantenere lo statu quo. Inoltre, la messa in votazione di cinque possibili temperature d’esercizio (15°C, 16°C, 17°C, 18°C o nessun cambiamento) permette di misurare su tutto il territorio cantonale, in modo omogeneo e paragonabile le effettive preferenze di tutto il corpo allievi, comprendendo in tal modo quale sia l’effettiva sensibilità alla problematica (grazie al principio delle cosiddette preferenze rivelate, ossia alla precedenza data ai fatti sulle parole) e facilitando così la formazione di opinioni tra le cittadine e i cittadini, nonché nel mondo politico cantonale”, si legge ancora. Ovvero, si dovrà sapere cosa decide ogni classe.

Giovani, la sfida è lanciata (se l’iniziativa verrà accolta, ovviamente).

Paola Bernasconi

 

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