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29.12.2019 - 09:000

La raccolta firme accelera, ma ne manca ancora un terzo

Le firme raccolte contro il referendum comunale sono ormai 2'000, il termine è il 13 gennaio e socialisti, comunisti e Verdi chiamano a raccolta i loro sostenitori

LUGANO - Se era partita a rilento, la raccolta firme contro il sul credito di 6 milioni di franchi, deciso dal Consiglio comunale di Lugano ha accelerato. Due terzi delle firme necessarie, ovvero 2000, sono state raccolte. Mancano pochi giorni per l'ultimo sprint, una quindicina per l'esattezza.

PS, PC e Verdi insistono a chiamare a raccolta i loro sostenitori "al fine di effettuare un impossibile rilancio dei voli di linea all’aeroporto di Agno. Le firme sinora raccolte per il referendum comunale sono 2'000, ossia i 2/3 delle firme necessarie da consegnare il 13 gennaio. Invito pertanto la cittadinanza a rispedire al più presto le firme mancanti per la riuscita del referendum, utilizzando il formulario distribuito a tutti i fuochi, che comprende anche il referendum cantonale sul medesimo tema (4 milioni votati dal Parlamento cantonale)".

"Non ritengo infatti razionale buttare via altri 10 milioni Fr (per l’esattezza 5.76 milioni della Città, 3.84 del Cantone), che si aggiungono ai 40 milioni Fr di denaro pubblico già versati dal 2006 al 2018. La concorrenza della ferrovia e dei vicini terminal aerei internazionali rende ormai impossibile l’utilizzo dell’aeroporto di Lugano-Agno per i voli di linea. Lo dimostrano i fatti: nessuna compagnia di linea vola più ad Agno! Inoltre per riattivare, se mai fosse possibile, nuovi e numerosi voli di linea, Cantone e Città dovrebbero prolungare la pista interrando la strada cantonale Agno-Muzzano (circa 30 milioni Fr), dovrebbero coprire disavanzi fin oltre il 2030 e dovrebbero stanziare ulteriori fondi per altri investimenti. In tutto ci vorrebbero ancora 60-70 milioni Fr, oltre ai dieci milioni già approvati da Gran Consiglio e Consiglio comunale, che sono oggetto di referendum", spiega Raoul Ghisletta. "Purtroppo invece di investire i soldi pubblici nella mobilità sostenibile, trasferendo i lavoratori in questo settore, la maggioranza politica si ostina a tenere artificialmente in vita un’attività poco rispettosa dell’ambiente, gettando soldi in un pozzo senza fondo".

Cosa fare per l'aeroporto per chi ha lanciato il referendum è chiaro: "Invece di dilapidare altri milioni per un accanimento terapeutico, è meglio avviare un piano di ricollocamento del personale dell’aeroporto di Agno. Una parte di esso potrà essere impiegato nell’aeroporto stesso, gestito e finanziato da privati per i soli voli privati. Per il personale che rimarrà senza lavoro, data l’assenza di voli di linea, il ricollocamento andrà fatto presso la Città, il Cantone e le aziende di trasporto sussidiate, che potranno avvalersi delle loro competenze tecniche e amministrative. Il Partito socialista si è già impegnato a sostenere questo piano di reimpiego del personale: lo ha fatto sia in Consiglio comunale, sia in Gran Consiglio".

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