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14.01.2020 - 14:460

Referendum sulla riforma fiscale fallito, ecco cosa entrerà in vigore. E il PLR esulta

Non sono state raccolte le firme necessarie, dunque le misure partiranno, alcune dal primo gennaio di quest'anno, altre fra quattro e fra cinque anni. I liberali: "Oltre a ciò ci saranno investimenti in scuola e socialità"

BELLINZONA - Il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) comunica che, a seguito della mancata riuscita della raccolta firme per l’esercizio del diritto di referendum, le misure cantonali d’attuazione della Legge federale sulla riforma fiscale e sul finanziamento dell’AVS (RFFA) diventano effettive ed entrano in vigore come previsto nel rapporto di maggioranza del Messaggio n. 7684 approvato dal Gran Consiglio lo scorso 4 novembre.

Nel concreto, le nuove disposizioni entrano in vigore con le seguenti tempistiche:

Entrata in vigore all’1.1.2020

- Abolizione degli statuti fiscali speciali cantonali e introduzione della norma transitoria per il trattamento delle riserve occulte (valida fino al 31.12.2024);

- Riduzione dell’aliquota cantonale dell’imposta sull’utile delle società di capitali e cooperative dal 9% all’8%;

- Riduzione del coefficiente d’imposta cantonale dal 100% al 97%;

- Introduzione di un nuovo contributo cantonale a favore dei Comuni per un importo annuo di CHF 13.5 milioni;

- Introduzione dei nuovi strumenti fiscali a favore dell’innovazione (patent box, deduzione maggiorata del 50% per le attività di ricerca e sviluppo e relativi sgravi ai fini dell’imposta sul capitale e sulla sostanza);

- Allineamento alla LIFD dell’imposizione degli utili di liquidazione;

- Esenzione dall’imposta di bollo per le società che esercitano un’attività commerciale principalmente rivolta all’estero e solo marginalmente in Svizzera e per le società il cui scopo statutario consiste essenzialmente nell’amministrazione durevole di partecipazioni.

Entrata in vigore all’1.1.2024

- Riduzione del coefficiente d’imposta cantonale dal 97% al 96% (soggetta a decisione del Gran Consiglio).

Entrata in vigore all’1.1.2025

- Riduzione dell’aliquota cantonale dell’imposta sull’utile delle società di capitali e cooperative dall’8% al 5.5%;

- Aumento della percentuale di computo dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale delle persone giuridiche dall’attuale 10% al 16%;

- Introduzione della possibilità per i Comuni di differenziare, entro determinati parametri, il prelievo fiscale tra persone fisiche e persone giuridiche (moltiplicatore comunale differenziato).
Contestualmente alla diminuzione del coefficiente d’imposta cantonale saranno avviati i lavori per una riforma generale della Legge tributaria, in particolare per quanto riguarda le persone fisiche.

Intanto a esultare c'è il PLR, che da sempre ha visto come necessaria la riforma (una vittoria del suo Consigliere di Stato Vitta). "La mancata raccolta delle firme contro questa nuova riforma, che segue il SI popolare dell’aprile 2018 alla “Riforma fiscale e sociale”, dimostra chiaramenteuna maggiore sensibilità da parte della popolazionenei confronti del complesso e delicato tema della fiscalità del Cantone. Che non può essere continuamente liquidato salendo sulle barricate dell’ostruzionismo a prescindere, ma va analizzato in modo serio e senza preconcetti. Perché anche solo basandosi sul buon senso ben si comprende il principio secondo cui la ricchezza prima di essere ridistribuita, va creata. Occorre inoltre tener conto che il Ticino non può fare astrazione dal contesto nel quale è inserito; al contrario, è chiamato ad adeguarsi alle evoluzioni in atto in ambito fiscale nonché alle decisionid egli altri Cantoni. Soprattutto se ci si confronta con una riforma moderata come in questo caso, che permette al Ticino di allinearsi alle nuove medie intercantonali scaturite dall’introduzione delle nuove norme fiscali a livello svizzero, senza alcun volo pindarico e senza i tanto sbandierati “regali ai ricchi”, si legge, gioendo anche per "la scelta di lasciare qualche franco in più nelle tasche di chi crea posti di lavoro, paga le imposte e investe nell’innovazione", e precisando che ciò non significa che non ci saranno gli investimenti nella scuola pubblica (17 milioni) e nella socialità (15 milioni), misure inserite dal Governo in un accordo politico più esteso.Perché è con i compromessi che si fa avanzare il Paese, non dicendo “no” per partito preso o continuando a sparare nel mucchio. Soddisfazione anche per le misure a favore dell'inovazione. 

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