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29.05.2022 - 10:200

Papa Francesco al patriarca Kirill: “Noi non siamo chierici di Stato”

L’Arciprete di Chiasso: “’Tra voi non sarà così!’: questo monito di Gesù è per la Chiesa il criterio vincolante di ogni scelta, per vivere “nel” mondo senza essere “del” mondo. Senza diventare i servi del potente di turno.

di Don Gianfranco Feliciani *

Gesù parla del suo regno che sta per venire e i due fratelli Giacomo e Giovanni si montano subito la testa. La madre stessa intercede per loro presso il Maestro: “Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno” (Matteo 20,21). Risponde Gesù: “Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le
opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Matteo 20,25-28). Quando fra i discepoli di Gesù ci sono da spartire croci, calici amari, povertà, persecuzioni, testimonianze sofferte di giustizia e di amore, la Chiesa può sentirsi al sicuro e camminare libera e gioiosa; ma se da spartire ci sono invece poteri, onori, privilegi, affari e soldi da amministrare e da far fruttare – sia pure a fin di bene – allora tutto si complica e facilmente possono scoppiare scandali, sorgere tensioni, gelosie, divisioni, con le immancabili teste da far saltare. Può accadere per qualsiasi singolo credente come per qualsiasi comunità cristiana, dalla più modesta parrocchia di campagna allo Stato della Città del Vaticano. Ovviamente, il pericolo è maggiore là dove maggiore è la concentrazione del potere e della ricchezza. Insomma, è più facile che avvengano scandali negli ambienti dello IOR, la Banca
vaticana, che tra le Missionarie della carità di madre Teresa di Calcutta o tra le povere  indifese comunità cristiane perseguitate dell’Irak, del Pakistan e della Cina. Tra voi non sarà così! Questa parola ammonitrice di Gesù ha sempre costituito per la Chiesa il criterio vincolante di ogni sua scelta. Da questa parola si è sempre sentita toccata e
redarguita perché imparasse a vivere “nel” mondo senza mai essere “del” mondo. Tutto ciò comporta senza dubbio una fatica, una conversione dolorosa che non può conoscere soste, ma questa è la via sicura della fedeltà al Signore. Fuori da questa logica si finisce inevitabilmente per diventare, presto o tardi, i servi del potente di turno, e… i chierichetti di
Putin. Il potere rappresenta sempre un pericolo e se, come sentenziò argutamente il politico italiano Giulio Andreotti, “logora che non ce l’ha”, figuriamoci allora chi ce l’ha!

 

* Arciprete di Chiasso

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