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Il Blog di Don Gianfranco
19.02.2023 - 14:200

Festival di Sanremo: “Grazie dei fiori…”

Don Gianfranco Feliciani: "Il gesto di Blanco? Provo tristezza e tenerezza. Ma perché nessuno è intervenuto?"

*Di Don Gianfranco Feliciani

La prima edizione del Festival di Sanremo, nel lontano 1951, vide come vincitrice la mitica Nilla Pizzi con la canzone dal titolo “Grazie dei fiori”. Un titolo che rappresenta un simbolo. Infatti, in una manifestazione artistica e musicale, dove sempre si canta l’amore, i fiori non possono mancare. Fiore, amore e cuore fanno anche rima. Sanremo poi è la città dei fiori. Ma le cose stavolta, a proposito di fiori, sono andate decisamente storte…

A rovinare artisticamente la prima serata, dopo quel geniaccio di Roberto Benigni che con una evocazione lirica ha abbinato in modo originale, come solo lui sa fare, la Costituzione Italiana e il Festival di Sanremo, è arrivato a un certo punto Blanco, il quale, verso la mezzanotte, per rendere carina la sua canzone, ha pensato di distruggere il giardino di rose che c’era sul palco. Stupore generale! Ma perché questo gesto tanto violento quanto inspiegabile? Secondo lui, perché anche quella sceneggiata faceva parte della musica, anzi, “era musica”. Scusandosi, ha dato questa spiegazione: “Non sentivo la voce, non riuscivo a cantare, così ho pensato che volevo divertirmi lo stesso”. Chiamale scuse… E ancora: “Rido, rido, rido, rido e grido, perché non sono perfetto come mi volevi, ma finalmente sono me stesso. Ti voglio bene, Ariston, con tutta la mia follia”.

Devo dire sinceramente che l’assurda sceneggiata di questo ragazzino di vent’anni non mi ha scandalizza più di quel tanto. Al contrario, la rabbia che gli è scoppiata dentro il cuore in un momento, chissà, di smarrimento o di esaltazione, mi fa tristezza e tenerezza. Ciò che invece mi scandalizza e ciò che vorrei sapere, è come questo ragazzo abbia potuto liberamente distruggere la scenografia floreale del Festival senza che nessuno intervenisse! Anche questo ci dice qualcosa sull’imbarazzo e sulla latitanza educativa di noi adulti riguardo ai giovani.

*Arciprete di Chiasso

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