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Il Blog di Don Gianfranco
27.11.2022 - 17:240

"Il Re che regna da una croce…"

Don Gianfranco Feliciani spiega l'origine della festa del "Cristo re dell'universo", nata nel 1925. "Ma la forza del Re risiede unicamente nella debolezza dell'Amore. L'uomo ha capacità tecniche e scientifiche ma non trova pace e giustizia"

di Don Gianfranco Feliciani*

L’anno liturgico della Chiesa si conclude in questa domenica con la solennità di “Cristo Re dell’universo”. Forse qualcuno, allergico a tutto ciò che sa di monarchico, si chiederà se questa ricorrenza non sia diventata un po’ anacronistica. Ma non è certo nelle monarchie di questo mondo che dobbiamo ricercare il genuino significato della regalità di Cristo. Il Vangelo di questa domenica è chiarissimo al riguardo, presentandoci un Re che regna… dall’alto di una croce (Luca 23,35-43).

La stessa istituzione di questa festività nel calendario liturgico ci orienta decisamente su una strada diversa da quella della mondanità. Quando il papa Pio XI, Achille Ratti, nell’anno santo del 1925 introdusse questa festa, da alcuni anni in Italia si stava affermando il fascismo, in Germania scalpitava il nazionalsocialismo e in Russia dominava il comunismo. 

La nuova festività, al di là delle sue implicazioni bibliche e teologiche, voleva chiaramente rappresentare una coraggiosa e provocatrice risposta a uomini fanatici del potere, adoratori della menzogna e della violenza, divenuti incapaci di riconoscere la dignità dell’uomo e l’esercizio della politica come servizio per il bene comune.

Ma le tirannie di questo mondo sono inesorabilmente destinate a finire, mentre Gesù Signore rimane per sempre! Questa, in sostanza, la verità contenuta nella festa di Cristo Re. Questo è stato e sarà sempre l’annuncio della Chiesa al mondo.

E la forza di questo Re che domina in eterno risiede unicamente nella debolezza dell’Amore. La morte e la risurrezione di Gesù segnano il suo definitivo trionfo sul male e sulla morte. È indubbiamente un Re difficile da comprendere questo Gesù che domina con la potenza-debolezza della croce, eppure proprio a partire da quanto noi moderni stiamo sempre più sperimentando, possiamo intravvedere in questo mistero divino una ragionevolezza anche umana.

Infatti, l’uomo contemporaneo, se da un lato è sempre più conscio delle sue possibilità tecniche e scientifiche, dall’altro avverte anche, e in maniera estremamente drammatica, la sua assoluta incapacità a costruire quella pace, quella giustizia, quel regno di fraternità che pure così affannosamente cerca.

Cristo Re, con il suo perdono più forte di ogni odio, con il suo soffrire e morire per Amore, costituisce la pienezza della verità e il criterio imprescindibile per la costruzione di un regno
terreno davvero giusto e degno dell’uomo.

*arciprete di Chiasso

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