IL BLOG DI DON GIANFRANCO
L’Abbé Pierre: l’amore vince ogni paura, anche quella della morte!
Don Gianfranco Feliciani ricorda l'Abbé Pierre, instancabile ambasciatore dei diseredati nel mondo

*Di Don Gianfranco Feliciani

Ormai prossimo alla fine – si spense nel 95° anno di vita – al giornalista che gli chiedeva se aveva paura di morire, l’Abbé Pierre rispondeva con tranquilla sicurezza: “Paura della morte? No, affatto! Ho questa certezza nell’anima: quando abbiamo messo la nostra mano in quella dei poveri, sicuramente troviamo la mano di Dio nell’altra”. E la sua mano in quella dei poveri, l’Abbé Pierre durante tutta la vita, l’aveva messa davvero. Henri Antoine Grouès (il futuro Abbé Pierre) nasce a Lione il 5 agosto 1912. A sedici anni, durante una gita ad Assisi, folgorato dalla vita di san Francesco decide di farsi frate.

Entra a diciannove anni nel convento dei cappuccini di Lione, dove compie gli studi di filosofia e teologia. Lasciato nel 1939 il convento per motivi di salute, si dedica attivamente prima al salvataggio degli ebrei perseguitati dai nazisti e poi alla lotta partigiana. E qui l’Abbé Grouès diventa per tutti l’Abbé Pierre. Rientrato a Parigi dopo la guerra viene eletto deputato ed è in Parlamento che inizia la sua lotta civile in favore dei poveri. Nel 1949 accoglie in casa sua Georges, assassino, ex ergastolano, che tornato a casa graziato dopo vent’anni di lavori forzati, aveva tentato il suicidio. Nasce, da quel primo incontro, la comunità di Emmaus.

Racconta l’Abbé Pierre… “Dissi a quell’uomo: ‘Io non ho niente da darti, ma ti dico come vivo. Tento di aiutare i giovani, le famiglie in difficoltà, i senzatetto. Tu sei libero, visto che hai appena tentato di ucciderti. Se tu volessi venire ad aiutarmi per aiutare altra gente, sarebbe meraviglioso. Io non sarei più solo e noi due insieme potremmo fare molto. Non ho niente da darti, ma ho bisogno di te’. Allora la faccia di quell’uomo si trasformò e Georges venne a casa con me. Era l’inizio della comunità di Emmaus. Io, il prete deputato, e lui, il forzato scampato al suicidio, eravamo insieme, accoglievamo sempre
più persone, potevamo aiutare una famiglia dopo l’altra, sempre di più”. La comunità di Emmaus, formata da straccivendoli intenti a recuperare tutto ciò che la gente butta via, si è espansa nel mondo ed è presente anche in Ticino. Lasciato il Parlamento l’Abbé Pierre gira la Francia e il mondo per sensibilizzare tutti sui problemi più urgenti dell’umanità. Parla degli emarginati, della guerra, della fame del mondo. I potenti della terra accolgono con rispetto questo uomo umile e povero che parla d’amore e che denuncia con coraggio l’egoismo e le politiche sbagliate che generano ingiustizie scandalose.

L’Abbé Pierre, instancabile ambasciatore dei diseredati nel mondo, muore il 22 gennaio 2007. Sempre in quell’ultima intervista disse: “La morte è l’incontro con Gesù che amo e dal quale sono amato da sempre. Paura della morte? Al contrario, desiderio di morire, perché questo incontro si realizzi. Non mi giudichi male: sono molto impaziente. Trovo che la vita duri troppo”. L’amore vince tutto, anche la paura della morte!

*Arciprete di Chiasso

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