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06.06.2022 - 10:540

Elia Frapolli: “Il futuro del turismo? È oggi”

Dalla “sharing economy” alla “holiday working”, la nuova idea di vacanza digitale e sostenibile

di Elia Frapolli *

Il settore turistico sta attraversando, forse come mai prima d’ora, una fase di profonda trasformazione. Dopo aver parlato degli enormi passi avanti compiuti in ambito di micro-ricettività, con la nascita anche in Ticino di nuove “stanze” nella natura che permettono di addormentarsi in luoghi unici e inediti, oggi vorrei entrare nel merito di altre due tendenze in atto.

La prima riguarda la cosiddetta “sharing economy”, o economia della condivisione, che negli ultimi anni ha vissuto una vera e propria espansione in molteplici campi. Ne è un esempio la piattaforma nomady.ch, fondata nel 2019 da due giovani svizzeri, che sta riscuotendo sempre più successo. Lo strumento ha quale principale obiettivo quello di trovare e mettere in rete nuove aree, in luoghi idilliaci e immersi nella natura, dove i turisti in cerca di pace possono sostare per una o qualche notte in tenda, a bordo di camper e veicoli simili. Ho avuto l’opportunità di seguire da vicino il progetto che in tre anni è cresciuto molto dando vita a una vera e propria comunità oggi formata da oltre 23.000 campeggiatori e più di 500 camps.

Un’altra tendenza emersa negli ultimi due anni è quella della del cosiddetto “holiday working”, una formula che mette in dialogo la sfera della vacanza con quella del lavoro. Lo smart working ha cambiato la vita a molti contribuendo, allo stesso tempo, ad aprire nuove opportunità per le destinazioni turistiche, anche quelle tradizionalmente meno conosciute. Le notti prenotate dai nomadi digitali - chi gira il mondo lavorando - sono sempre più numerose. Il risultato? La durata media del soggiorno si allunga con possibili impatti positivi in termini di destagionalizzazione e riduzione del fenomeno del turismo di massa. Molte strutture ricettive si sono attrezzate per questa necessità, offrendo agli ospiti servizi dedicati allo smart working.

La trasformazione che il settore sta attraversando è in realtà un passo indietro rispetto all’evoluzione che si poteva osservare fino a qualche anno fa. La velocità sta lasciando il posto alla lentezza. La frenesia degli spostamenti ora diventa introspezione. La voglia di lontananza è mutata in riscoperta della prossimità. Senza dimenticare una mutata sensibilità da parte dell’ospite. Che dalla scelta della struttura ricettiva fino al prodotto locale e al mezzo di trasporto, oggi è alla ricerca di sostenibilità. Un cambio di paradigma che non si fa con le intenzioni, ma con le scelte concrete di ogni giorno.

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