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31.03.2019 - 12:250

Manzo ricorda i due tifosi. "A Luca volevo regalare una maglia, a Ruggero volevo bene, c'era rispetto"

Il tecnico del Chiasso, dopo il pareggio con il Losanna, parla dei due fans scomaprsi il 19 marzo. Il regalo sarebbe stato consegnato a Santoro settimana prossima. "Io e Rugge siamo simili, viviamo di emozioni"

CHIASSO – Il periodo di pausa dedicato alla Nazionale appena passato per la tifoseria del Chiasso sarà ricordato con enorme tristezza. In una giornata, quella dedicata ai papà, se ne sono andate due persone che avevano nel cuore i colori rossoblu e lo hanno dimostrato: Luca Santoro, del Ristorante Carlino, stroncato da un infarto, e Ruggero Glaus, giornalista, deceduto dopo malattia.
Ieri per la prima volta dopo il doppio addio il Chiasso è sceso in campo, portando un mazzo di fiori sotto il settore dei suoi fans. Ha pareggiato in una partita gagliarda, su un campo difficile come quello del Losanna.

A fine gara abbiamo chiesto al tecnico Andrea Manzo una dedica, e ci siamo emozionati insieme.

“Non conoscevo di persona Luca. Però avevo intenzione di donargli una maglia dell’Avellino: lui è tifoso del Chiasso (non si riesce ancora a parlare al passato, ndr), originario di Avellino e tifa anche per i Lupi, squadra dove io ho militato. Con un’altra persona di Avellino desideravano regalargli una maglia autografata, gliel’avrei data prima della partita con lo Sciaffusa”. La prossima in casa dei rossoblu, programmata per il 6 aprile. Purtroppo, quella maglia non potrà più rallegrare Luca.

E per quanto concerne Ruggero Glaus, Manzo parla di un rapporto “nato così, in modo naturale, sono cose che non si preparano, ma nascono. Io gli volevo bene a modo mio, avrò un ricordo particolare di un rapporto affettivo. L’ho rispettato, a modo mio gli volevo bene, per me è e sarà sempre una persona che porterò nel mio cuore in modo particolare. C’era reciproco rispetto fra noi, chi ti porta rispetto è una grande persona. Ci mancherà? No, ci manca già da subito. Lui pensava, era sempre pacato nei commenti, a volte poteva essere magari un po’ critico nei giudizi ma è il suo mestiere: pareri espressi sempre con intenzione costruttiva, mai per fare del male, questa è la sua forza. Eravamo un po’ simili, io e lui, siamo persone che viviamo di emozioni, e quando vivi di emozioni è difficile ingannare, dici quel che pensi di una persona, nel bene e nel male. Quando ci si vedeva, ci si stringeva la mano, scattava n abbraccio, sempre e comunque onesto e sincero”.

 

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