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Cronaca
02.12.2015 - 09:320
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Una clausola di salvaguardia il... 9 febbraio

Curiosa la coincidenza delle date: la clausola di salvaguardia per il mercato del lavoro ticinese, sostenuta da Vitta, potrebbe essere presentata due anni dopo il voto sull'iniziativa UDC

BERNA - Una clausola di salvaguardia per il Ticino, che permetta di prendere misure speciali a sostegno del mondo del lavoro, come la preferenza indigena o i contingenti, magari solo su determinati settori. E quando verrà proposta al Parlamento Federale? Il 9 febbraio, a due anni esatti dalla votazione sull'iniziativa UDC. Una coincidenza, certo, ma particolare. Christian Vitta ieri a Berna ha incontrato una cinquantina di persona: l'Intergruppo parlamentare lavoro, oltre a una ventina di parlamentari di vari partiti, ma anche rappresentanti dei sindacati, dell’Unione padronale svizzera e il capo della Segreteria di Stato della migrazione Mario Gattiker. L'ipotesi da cui parte il progetto è che la situazione del mercato del lavoro possa essere diversa ne vari cantoni, in particolare fra quelli dell'Altipiano e quelli di confine, e persino fra questi ultimi e il Ticino. «Molte domande sono state poste anche in merito alle particolarità del mercato del lavoro ticinese. Abbiamo cercato di spiegare che non c’è un unico mercato del lavoro svizzero, ma diverse situazioni regionali, per cui si giustifica una clausola che tenga presente queste particolarità», ha spiegato Vitta. «I punti interrogativi che emergono sono da un lato la compatibilità del modello con la libera circolazione, dall’altro la sua adattabilità a tutti i Cantoni e non solo a una regione di frontiera come il Ticino». Ad elaborare il progetto ticinese ha contribuito il professor Michael Ambühl (già segretario di Stato per le questioni finanziarie).
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