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15.02.2016 - 09:200
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

30 chilometri in meno, un franco in più: il Ticino protesta

Con l'apertura di AlpTransit, la tratta Castione e Altforf costerà il 3,4% in più. Che le FFS si vogliano riprendere quanto perso un secolo fa?, si chiede qualcuno

BELLINZONA - Meno chilometri, ma biglietto più caro. Pare sarà questa la scelta di FFS in merito alla tratta tra Castione e Altdorf con l'apertura di AlpTransit. Il percorso attuale è di 110 chilometri e compierlo in treno costa 29 franchi. Con l'apertura della galleria, la tratta si accorcerà di una trentina di chilometri ma il biglietto costerà circa 30 franchi, con un aumento del 3,4%. Le ferrovie rispondono all'indiscrezione lanciata ieri dalla NZZ am Sonntag confermando l'aumento ma facendo presente che non è ancora deciso nulla: prima se ne parlerà con l’Unione dei trasporti pubblici e con il Sorvegliante dei prezzi. Stefan Meierhans, il quale ha già fatto sapere che col tunnel si avrà una riduzione di costi e dunque essi non per forza dovranno portare a un aumento del biglietto. Se incremento sarà, le FFS lo giustificano con l'innalzamento della qualità grazie alla percorrenza veloce delle Alpi. Un espediente già utilizzato al Lötschberg e sulla nuova linea tra Olten e Berna: dato che i prezzi dei biglietti sono calcolati in base alla lunghezza della tratta, si prolunga artificialmente il numero di chilometri. Il Consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi, interpellato dalla NZZ am Sonntag, ha espresso la propria sorpresa per l'eventuale aumento, poiché in Svizzera vi sono stati investimenti per migliorie sulle tratte ferroviarie che non hanno portato all'aumento dei prezzi, come per esempio la nuova stazione ferroviaria di Zurigo. Il Ticino, ha poi ricordato su Twitter, attorno al 1920 dovette lottare contro l’introduzione di un supplemento sulla tratta di montagna: un secolo dopo, ci risiamo. Sulla lotta di 100 anni fa è tornato anche Franco Celio, deputato PLR, ha reagito immediatamente all'indiscrezione inoltrando un'interrogazione al Consiglio di Stato. Ritiene infatti che le FFS vogliano recuperare i soldi persi allora. «Il Ticino non sia stato mal ripagato per il sostegno accordato ad Alptransit? Quale potrebbe essere l’impatto degli aumenti di prezzo sull’economia qualora l’ipotizzata chiusura del San Gottardo desse alla ferrovia l’esclusiva dei collegamenti con il resto della Svizzera?», ha chiesto. Gobbi, su quest'ultimo punto, ha precisato che nel caso in cui vinca il no alle urne il 28 febbraio in merito al raddoppio del Gottardo, il Ticino domanderà una riduzione delle tariffe ferroviarie per i collegamenti con il nord delle Alpi. Critici anche i Giovani Liberali Radicali Ticinesi, pronti a combattere un aumento che andrebbe anche a sfavore dei giovani ticinesi che lavorano e studiano oltre Gottardo. Le proteste ticinesi trovano eco anche al di là delle Alpi: Bea Heim presidente della Comunità d’interessi per i trasporti pubblici (CiTtap) e consigliera nazionale socialista nel Canton Soletta ha criticato la decisione delle FFS, sottolineando come, dopo aver pagato il tunnel con le imposte, la popolazione dovrà sborsare di più per percorrerlo. «È inammissibile trattare la popolazione in questo modo».
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