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22.09.2016 - 18:290
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

FFS taglia 1'400 posti. Rischi per le Officine? «C'è disumanizzazione»

Secondo l'annuncio del CEO Meyer, tutti i settori saranno toccati. Pronzini teme per lo stabilimento bellinzonese, SEV indignata: «che contributo daranno ai tagli i dirigenti?»

BERNA - Fino a poco tempo fa, si parlava della soppressione di 900 impieghi, già un numero considerevole. Ora la doccia fredda: il CEO delle FFS, Andreas Meyer, ha annunciato che i posti che salteranno saranno ben 1'400. E il tutto nell'arco di quattro anni. Le FFS desiderano ridurre gli oneri di 1,2 miliardi, e taglieranno nell'amministrazione ed anche nel traffico ferroviario, nella vendita e nel servizio di manovra, anche se Meyer ha assicurato che il servizio non perderà qualità e sicurezza. La pesante cura dimagrante viene spiegata con la necessità di rimanere competitivi nei confronti del traffico su strada, in particolare dei pullmann low cost, e Meyer ha sottolineato come non è possibile aumentare sempre le tariffe, che infatti resteranno invariate. Si cercherà di procedere il più possibile tramite pensionamenti, per far sì che il taglio dei posti di lavoro sia sostenibile a livello sociale, e nei prossimi anni verranno comunque creati 200 nuovi impieghi nei settori della pulizia e del personale del treno. Un'altra modifica sarà quella relativa ai contributi per la cassa pensione dei dipendenti, sinora coperti dall'azienda e da ora in poi ripartiti fra datore di lavoro e lavoratori. In cifre, il prelevamento aumenterà per tutti dell0 0,8%. Le sedi più colpite dovrebbero essere Zurigo, Berna e Olten, ma c'è chi, come Matteo Pronzini, teme che le Officine di Bellinzona non saranno risparmiate (nel frattempo, nella capitale ticinese la lotta per salvare lo storico stabilimento continua, anche attraverso una festa che si terrà a ottobre per Gianni Frizzo, figura di spicco delle lotte sindacali, recentemente andato in pensione). Il Sindacato del personale dei trasporti (SEV) è subito intervenuto, ritenendo completamente errati i licenziamenti. «Le esperienze degli ultimi mesi hanno confermato come la disumanizzazione delle ferrovie sia stato l'errore principale commesso dalle FFS. Oggi occorre per contro riumanizzare le ferrovie - occorrono persone e non macchine!», si legge in una lunga nota. «Il fatto che le FFS, oltre a voler tagliare posti, intendano anche peggiorare le condizioni di lavoro, lascia per il momento abbastanza indifferente il SEV, dato che le trattative per il CCL avranno luogo solo nel 2018» continua il sindacato. «Nelle trattative per il CCL prenderemo atto, come sempre, delle rivendicazioni di smantellamento delle FFS e come in passato ci opporremo con successo a queste richieste». E per finire, una frecciatina ai dirigenti, dopo aver spiegato indignati come sia stato disdetto un accordo con la cassa pensioni FFS per l'invalidità professionale. «Il programma di tagli riguarda tutti i settori dell'azienda. Mancano unicamente le indicazioni sul contributo che saranno chiamati a prestare i circa 100 massimi dirigenti delle FFS. Per evitare che alle alte sfere si instauri definitivamente una mentalità volta a procurarsi solo dei vantaggi personali, il SEV chiede che anche ai massimi livelli vengano ridotti posti e prestazioni nella stessa misura».
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