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Cronaca
07.02.2020 - 11:250
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Sorpresa! Il paese più aiutato dalla Catena della Solidarietà è la Svizzera

Oltre il 17% dei fondi – circa 5 milioni di franchi – sono stati impiegati in Svizzera, una cifra che corrisponde al contributo per paese più elevato del 2019. In totale sono state stanziate donazioni pari a più di 28 milioni di franchi

BELLINZONA - Grazie alla generosità di donatrici e donatori, lo scorso anno la Catena della
Solidarietà ha potuto sostenere circa sei milioni di persone di 37 paesi in vari settori quali aiuto d’urgenza, ricostruzione e ripresa economica, aiuto sociale e all’infanzia. Complessivamente sono state stanziate donazioni pari a più di 28 milioni di franchi. 

Oltre il 17% dei fondi – circa 5 milioni di franchi – sono stati impiegati in Svizzera, una cifra che corrisponde al contributo per paese più elevato del 2019.

Nel 2019 la Catena della Solidarietà ha sostenuto 234 progetti messi in atto dalle sue
organizzazioni umanitarie partner in 37 paesi, per un importo complessivo di 29,2 milioni di
franchi. Oltre il 17% di tutte le donazioni è stato assegnato a progetti in Svizzera, per
l’assistenza e la protezione di bambini vittime di violenza domestica, per il reinserimento
professionale e sociale di adolescenti e giovani, per le vittime della catastrofe di Bondo o per
le persone che hanno subito ingenti danni a causa delle intemperie.

All’estero, nel 2019 la maggior parte dei fondi donati è stata investita in progetti a favore dei
Rohingya in Bangladesh (4 milioni), delle vittime dello tsunami del 2018 in Indonesia, delle
vittime della guerra nello Yemen e delle persone colpite dal ciclone Idai in Mozambico.
Anche nell’anno in esame, i bambini hanno beneficiato di particolare attenzione. 

All’estero, grazie al suo fondo permanente di aiuto all’infanzia, la Fondazione ha potuto sostenere 20 progetti in 15 paesi, contribuendo così, in collaborazione con i suoi partner, a garantire una migliore protezione, salute e formazione a oltre 475’000 bambini.

Nell’anno in esame, la Fondazione ha raccolto donazioni per le vittime della guerra nello
Yemen, per le persone colpite dal ciclone Idai in Mozambico, per le donne in situazioni di crisi
dimenticate, ma anche – nell’ambito delle iniziative «Coeur à Coeur» e «Ogni centesimo
conta» – per i bambini vittime di violenza domestica in Svizzera. Complessivamente la Catena
della Solidarietà nel 2019 ha ricevuto donazioni per oltre 20 milioni di franchi. La Fondazione
ha inoltre ricevuto legati per oltre 14,69 milioni di franchi.

Nell’ambito della 250 a raccolta fondi per le donne in situazioni di crisi dimenticate, la Catena
della Solidarietà si è concentrata sulle modalità di donazione digitali. Si cita in particolare la
fase di sperimentazione di nuovi strumenti digitali e la ricerca di sistemi più efficaci per
raggiungere ancora meglio chi dona – in particolare le fasce più giovani – promuovendo la
sensibilizzazione sulle questioni umanitarie attraverso contributi interattivi. Con una quota
superiore al 25% di donazioni generate in modalità digitale, la Fondazione assume un ruolo
chiave in questo campo sul mercato delle collette.

Oltre agli interventi da parte di esperti indipendenti in Burkina Faso, Nepal e Bangladesh, lo
scorso anno l’attività di valutazione della Fondazione si è concentrata prevalentemente
sull’analisi d’impatto degli aiuti dieci anni dopo il devastante terremoto che colpì Haiti nel 2010.
Nell’ambito di questo studio, sono state interpellate oltre 500 economie domestiche per capire
quanto durevole si è rivelato essere l’impatto dei progetti finanziati dalla Catena della
Solidarietà sulla vita delle persone colpite dal terremoto.


L’anno 2019 ha fatto da sfondo alla nomina di Roland Thomann, successore di Tony Burgener
quale direttore della Fondazione. 44 anni, zurighese con radici bernesi, il 1° gennaio 2020
Roland Thomann ha iniziato la sua nuova attività presso la sede principale della Fondazione a
Ginevra. Roland Thomann ha al suo attivo 20 anni di esperienza nella conduzione di rinomate
agenzie di comunicazione. In questo ruolo, egli ha accompagnato la trasformazione digitale di
grandi aziende svizzere quali Migros, Coop o associazioni quali Swissmilk. Quale vicedirettore
della comunicazione e del fundraising presso Medici senza frontiere (MSF) nella sede
principale di Ginevra, ha maturato esperienze nel ramo dell’aiuto umanitario d’urgenza ed ha
operato anche in paesi quali Swaziland, Niger, Ciad e Congo (RDC).

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