Qualche settimana fa ho scritto del rischio di licenziamenti nell’idroelettrico evitabili con l’uscita pianificata dal nucleare che avrebbe generato più mercato e un impulso di rilancio per il nostro settore idroelettrico, sotto pressione a causa, anche, di una marcata concorrenza dell’energia nucleare sussidiata. Fare questa previsione non è stato per niente difficile. Lo constatiamo a pochi giorni dall’esito di una votazione che ha permesso di mantenere in attività vetuste centrali nucleari appartenenti a varie società, Axpo, BKW, ALPIQ,.. il cui capitale è detenuto da diversi Cantoni: da Berna, Argovia, Zurigo, ecc. fino a San Gallo. Cantoni che hanno difeso a denti stretti i loro interessi nel nucleare: un settore alimentato da sussidi indiretti e mantenuto in vita grazie a investimenti miliardari. Questi stessi cantoni sono anche proprietari all’80% degli impianti OFIMA e OFIBLE dove oggi intendono tagliare sul personale e ritardare il rinnovo degli impianti. Non favorire l’iniziativa sull’uscita dal nucleare è una ragione che spiega la tempistica pochi giorni dopo la votazione della comunicazione di questi tagli, l’altro motivo è l’attesa dell’esito che, in caso di accettazione, avrebbe previsto la chiusura di tre reattori nucleari nel 2017: in questo caso l’idroelettrico avrebbe riacquistato valore e l’eventualità dei tagli sarebbe probabilmente caduta.