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21.11.2015 - 09:540
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Stesso lavoro, stesso stipendio!

di Alessandro Spano, Johanna Gapany, Yannick Gigandet, Oriane Engel, Méryl Genoud e Michele Barone

I Giovani Liberali Radicali della Romandia e del Ticino continueranno a perseguire l’obiettivo finale della parità salariale, affinché il principio diventi realtà a tutti gli effetti.La modifica della Legge sulla parità dei sessiObbligare le imprese che impiegano 50 e più collaboratori a effettuare ogni 4 anni un’analisi dei salari, sottoponendola a un organo di controllo esterno e informando infine i propri impiegati del risultato: ecco la risposta del Consiglio federale al fatto che le donne guadagnano in media il 19% in meno degli uomini; di cui il 10% sarebbe imputabile alla discriminazione tra i sessi.Una volontà politica basata su falsi presuppostiQuesta affermazione dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra uomo e donna è inquietante e deriva da un’incapacità di interpretare correttamente le statistiche. Infatti, sarebbe più corretto affermare che, oggi, le differenze imputabili alla discriminazione raggiungono al massimo il 10% dei casi, e che lo stato attuale delle ricerche non permette di conoscere a fondo l’ampiezza del fenomeno, poiché tutti i fattori determinanti sul salario non sono parte integrante delle statistiche.Nella peggiore delle ipotesi una misura contro-produttiva, una misura inutile nella miglioreLa misura sarebbe efficace se i datori di lavoro cercassero effettivamente di creare una disuguaglianza tra gli uomini e le donne. È pertanto dimostrato da diversi studi che la volontà di discriminare un proprio collaboratore, indipendentemente dalla sua produttività, è estremamente costosa per le aziende. Gli imprenditori avrebbero dunque una fortissima inclinazione alla discriminazione? Piuttosto improbabile!Le donne a metà tempo sono il triplo degli uominiLa scelta degli studi, del posto di lavoro, del capo azienda, del tempo di lavoro o ancora dell’esperienza e dell’ambizione, sono elementi che non sono tenuti in considerazione dall’Ufficio federale per l’uguaglianza poiché non sono misurabili dallo Stato. Tuttavia sono parametri determinanti per la definizione del livello dei salari. I Giovani Liberali Radicali invitano lo Stato – che preferisce scoraggiare gli imprenditori che creano posti di lavoro tramite misure amministrative inutili, piuttosto che incoraggiare gli individui a difendere il valore del proprio lavoro – a rientrare nel proprio seminato. Perché non proporre un congedo parentale e confermando, da subito, l’uguaglianza tra uomini e donne? Se le disuguaglianze emergono nel mondo del lavoro, è perché mettono radici nella sfera familiare. Alessandro Spano (GLR Ticino), Johanna Gapany (vice presidente GLR Svizzera), Yannick Gigandet (presidente GLR Friborgo), Oriane Engel (presidente GLR Vaud), Méryl Genoud (GLR Vallese) e Michele Barone (vice presidente GLR Neuchâtel)
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