Tribuna Libera
21.04.2016 - 00:180
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Lavoratori distaccati: basta abusi!
Interrogazione di Giorgio Fonio e Maurizio Agustoni (PPD)
La cronaca ci confronta periodicamente con situazioni di abuso nel mercato del lavoro; a farne le spese sono soprattutto i lavoratori, residenti o frontalieri, che talvolta vengono costretti ad accettare condizioni di precarietà estrema.
In alcuni casi si è constatato che società attive nel settore delle costruzioni fanno capo quasi esclusivamente a dei lavoratori distaccati; il lavoro distaccato non è di per sé illegale, ma per le sue caratteristiche di flessibilità – oltre tutto transfrontaliera – presenta un rischio accentuato di abuso.
Questi abusi non vanno solo a scapito dei lavoratori, ma danneggiano anche gli imprenditori onesti – che sono la stragrande maggioranza – i quali sono confrontati a condizioni di concorrenza proibitive, se non addirittura sleali.
I recenti segnali di preoccupazione lanciati dal Sindacato OCST – sia attraverso i comunicati del Segretario Cantonale Meinrado Robbiani, sia tramite la denuncia di situazioni concrete (stipendi non pagati, licenziamenti “sospetti”, ecc.) – impongono una riflessione sul mercato del lavoro che vogliamo in Ticino.
L’ente pubblico e il para-Stato devono in particolare dimostrare una sensibilità accresciuta verso certi fenomeni nel mondo del lavoro e dare il “buon esempio” nell’ambito dell’attribuzione di commesse pubbliche.
Ciò premesso, interroghiamo il lodevole Consiglio di Stato come segue:
1. Il Consiglio di Stato come valuta l’influsso del lavoro distaccato sul mercato del lavoro ticinese, sia in termini di occupazione, sia in termini di condizioni lavorative e salariali?
2. Quante procedure sono state avviate a dipendenza di violazioni delle normative federali in materia di lavoro distaccato e con che esito?
3. Il Consiglio di Stato come valuta la possibilità di vietare o limitare il ricorso al lavoro distaccato nell’ambito dell’attribuzione di commesse pubbliche, para-pubbliche o sussidiate?
Giorgio Fonio e
Maurizio Agustoni (PPD)
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