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01.06.2016 - 17:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Pur di tassare i ticinesi si abusa dei frontalieri

di Piero Marchesi, Presidente UDC Ticino

Diciamolo subito: quando la sinistra inizia a parlare di frontalieri vuol dire che c’è sotto qualcos’altro. Pur di inventarsi una nuova tassa, che in verità tocca il cittadino-automobilista ticinesi, qualunque argomento viene messo in primo piano da chi semplicemente e da sempre ha voglia di ingrandire lo Stato, aumentare le spese e aumentare quindi anche il carico fiscale. La modifica della legge sui trasporti pubblici, che introduce la tassa di collegamento, sta scaldando gli animi, tanto da far perdere la testa al momento di argomentare in modo coerente. Da una parte i fautori della tassa sostengono che non toccherà assolutamente gli automobilisti perché la tassa viene pagata interamente dall’economia, dunque dai proprietari dei posteggi stessi; nella stessa tirata di fiato si denuncia il fatto che una gran parte dei frontalieri dispone di posteggi gratuiti e che finalmente questi devono essere chiamati alla cassa. Ma allora, la pagano i proprietari dei posteggi o la pagano gli utenti-automobilisti? Nel secondo caso il problema è che, sui 30'000 posteggi colpiti dalla tassa, solo 5000-6000 posteggi sono occupati dai frontalieri mentre gli altri sono utilizzati da lavoratori e consumatori ticinesi, da persone con un reddito non forzatamente alto e che spesso abitano nelle regioni più rurali del Cantone. Non c’è alcun minimo dubbio che l’UDC Ticino si metterebbe in primissima fila al momento per portare avanti soluzioni per chiamare alla cassa i frontalieri che, uno per macchina, inondano quotidianamente le nostre strade. Ma la tassa di collegamento va proprio nella direzione opposta, esentando oltre il 90% dei frontalieri da questa imposta. Insomma, i lavoratori di oltrefrontiera continueranno ad incolonnarsi sulle nostre strade, mentre noi ticinesi ci sobbarchiamo una nuova e grave imposta. Un’assurdità. Sul fatto che quest’ultima possa essere pagata dai proprietari dei posteggi penso non sia nemmeno necessario discutere. Il cantone stesso, che in molte zone del Cantone dispone di fondi con più di 50 posteggi (scuole, uffici, servizi) ha annunciato che riverserà la tassa sui dipendenti. Una scelta ovviamente necessaria se si vogliono in cassare i 18 milioni di cui ha urgentemente bisogno. Infatti, se “pagasse il cantone stesso”, semplicemente una parte di quei ricavi – e dunque dell’obiettivo della tassa - non verrebbe realizzata. Il prossimo 5 giugno si decide su un tema cruciale che per certi versi costituirà un segnale che va oltre quello della votazione stessa: vogliamo continuare a finanziare un Cantone che non trova il coraggio da una parte di procedere ad una revisioni sul fronte delle spese (enormi ancora i costi che si potrebbero tagliare senza toccare direttamente il cittadino) e dall’altra che cerca di estorcere al ticinese altri 18 milioni con argomenti che non stanno né in cielo né in terra? La scelta mi sembra ovvia e invito i cittadini ticinesi, da destra a sinistra, a votare NO alla modifica della legge sui trasporti pubblici. Piero Marchesi, Presidente UDC Ticino
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