Prezzo:
Domenica 24 | 18.30
Spettacoli
Mendrisiotto
GLI ANNI
di Marco D’Agostin
con Marta Ciappina
una produzione Van
durata 55 minuti
adulti
“La sua vita potrebbe essere raffigurata da due assi perpendicolari,
su quello orizzontale tutto ciò che le è accaduto, ha visto, ascoltato in ogni istante, sul verticale soltanto qualche immagine, a sprofondare nella notte”
Annie Ernaux, Gli anni
Qualcuno ha scritto che c’è una distanza incolmabile tra quel che è successo un tempo e il modo in cui ci appare ora, ammantato di una strana irrealtà. La coreografia de Gli anni è costruita per tentare di ricucire questo strappo: l’incandescente storia di un singolo – Marta Ciappina, interprete unica per itinerario artistico e peculiarità tecniche nel panorama della danza italiana – invita gli spettatori a giocare con la propria memoria. Il corpo di Marta e gli occhi di chi la guarda intraprendono un viaggio che fa la spola tra il presente – il momento della performance, irripetibile incontro romantico – e il passato di ognuno, in una trama di andate e ritorni che, come mondi che ci attraversano, confonde le storie, le canzoni e i ricordi. Su palco e platea si stende lenta l’ombra di un romanzo: l’invito è a scriverlo assieme, un’opera a cento mani che ci esorti ad attraversare le rovine guardando in alto.
Gli anni è un viaggio danzato tra passato e presente, ispirato all’opera di Annie Ernaux. Lo spettacolo intreccia biografia e finzione, memoria personale e memoria condivisa, in una trama di gesti, suoni e canzoni che si sovrappongono. Il corpo diventa archivio vivente, capace di suscitare ricordi anche nello spettatore. Con una coreografia evocativa e struggente, lo spettacolo esorta il pubblico a scrivere insieme un romanzo senza autore, che interroga il tempo e celebra la fragilità del vivere.
“Una sorta di storytelling costruito tramite narrazione, movimento e confronto con il pubblico, nel tentativo – riuscito – di ricucire lo strappo tra attriti ancora fumanti e le sfumature – simmetriche e irregolari, reali e illusorie – del presente. […] La bellezza di questo spettacolo è proprio questo continuo intreccio, dissolvenza e sovrapposizione di piani. […] Il tutto affidato alla raffinata mobilità della performer e alla sua ipnotica capacità interpretativa, in un’esplosione creativa tra danza, parola e biografia”.
Sara Perniola, Pane Acqua e Culture