Prezzo:

Domenica 24 | 20.30

Alcune cose da mettere in ordine

Spettacoli

Mendrisiotto

ALCUNE COSE DA METTERE IN ORDINE
di Rubidori Manshaft
con Roberta Bosetti e in video Giacomo Toccaceli

drammatugia Roberta Puddu e Angela Dematté
musiche di Federica Furlani
prodotto da FIT Festival e Officina Orsi

durata 60 minuti
adulti

 

Dopo un lungo periodo di lavoro in case di cura per anziani – nell'ambito del progetto Restez FIT! –, Rubidori Manshaft riannoda in questo lungo viaggio “sul campo” i suoi ricordi, legandosi alla sua ricerca artistica sul passaggio della memoria attraverso le narrazioni, sulla mancanza e sulla solitudine. L’idea di Alcune cose da mettere in ordine nasce nel 2019 quando l’artista Rubidori Manshaft, viene chiamata dal FIT di Lugano per lavorare alla parte artistica del progetto biennale Restez FIT!, dedicato alle persone anziane. Restez FIT! prevede una parte socio-culturale con delle attività partecipative (un tandem intergenerazionale tra giovani e anziani) e una parte di ricerca guidata da un’artista a partire dalla sua presenza nelle case anziani. Rubidori Manshaft e Katia Gandolfi (l’assistente al progetto) hanno effettuato circa trenta incontri di lavoro nelle case anziani di Morbio Inferiore, Fondazione Parco San Rocco, e di Lugano, presso Centro POLIS LIS (Lugano Istituti Sociali). Sono stati raccolti racconti tramite interviste video e audio, delle loro vite, delle loro paure, dei loro desideri.

Si riparte da lì per interrogarsi sul corpo, sul suo significato politico. Sulla cura. Sul tempo. Sulla paura. Sul fare. Sulla perdita di sé, delle forze, del ruolo e, a volte, anche della memoria.
Alcune cose da mettere in ordine è la storia di una donna appena al di là della soglia dei sessant’anni, che inizia a porsi le domande sul percorso della vita, una eco di noi tutti.
Ci riconosciamo nelle sue parole, nei suoi pensieri che sono forse anche i nostri, veniamo spiazzati dalla sua sorprendente capacità di rimescolarli, usarli, appropriarsene, dimenticarsene, inventarseli in sostituzione di quello che nella mente è fallo. Mondi che ci attraversano nella frammentarietà della mente. Pensieri che, al pari degli accadimenti reali, diventano coprotagonisti di questa storia sul vivere, su sogni e disillusioni, su ricordi e rimpianti.
In questo sublime ribaltamento del reale verremo portati con forza in un nuovo tempo che forse ci apparterrà. Un viaggio interiore e reale verso qualcosa, un montaggio di eventi – struggente, ironico, reale – nel gioco che la vita compie, nel tentativo di ridisegnare una dimensione umana forse, oggi, smarrita.

“Rubi raccoglie per questo lavoro volti, storie, mani, paure, follie, vite che si possono perdere da un momento all’altro. Perché appartengono a persone anziane. L’artista è colei o colui che porta alla luce ciò che nella società è nascosto, rimosso. (…) La raccolta di Rubi credo nasca dal bisogno di riparare il dolore della perdita e continui per impedire che la paura di un nuovo dolore prenda il sopravvento. Analizza le numerosissime interviste. Si prende il tempo per questo. Credo che la svolta di questo lavoro sia avvenuta in particolare con l’intervista fatta a uno degli ospiti incontrati in casa di cura: ‘Una volta che ho avuto la diagnosi di Parkinson mi è un po’ crollato il mondo addosso’. Queste e molte altre parole dette con la difficoltà della sua malattia, sono state la luce che ha permesso di affrontare in questo lavoro teatrale la paura della perdita della nostra vita, del controllo di noi. La paura di dimenticare è la paura di non esistere più”.      

 

Info Evento

Domenica 24 Agosto 2025
dalle 20.30

Indirizzo

Corte Miracoli

6864, Arzo

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