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Cronaca
01.06.2018 - 13:060
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Pronzini ha ammesso le sue colpe. Stigmatizziamo i toni dell'MPS: i dipendenti fanno solo il loro lavoro". Pace fatta col Municipio? Non pare...

Anche la Città di Bellinzona conferma la chiusura della vertenza fra il deputato e consigliere comunale e i due agenti per l'episodio della festa della donna. "I fatti si sono svolti in pubblico, non bisognava accedere al verbale di polizia per venirne a conoscenza, come asserisce l'MPS"

BELLINZONA – La vertenza fra Matteo Pronzini e due agenti della Comunale di Bellinzona si è chiusa e non si andrà in Pretura. Ma è tutto davvero risolto? I toni fra le parti comunque non sono del tutto concilianti, anzi. Il deputato, comunicando la conciliazione, aveva attaccato i poliziotti in merito al rapporto sul caso e aveva parlato di commistione fra potere politico e amministrativo-poliziesco che ritiene inaccettabile.

A sua volta, la Città di Bellinzona ha comunicato la chiusura della vertenza, ma non ha risparmiato qualche colpo di bacchetta al consigliere comunale e al suo movimento. “Il Municipio ha preso atto della fine della vertenza tra due agenti della Polizia comunale e il sindacalista UNIA e granconsigliere dell’MPS Matteo Pronzini.

Il Municipio constata che la conciliazione tra le parti è stata resa possibile dall’ammissione di colpa da parte di Matteo Pronzini e dalle scuse avanzate nei confronti degli agenti. I fatti risalgono all’8 marzo scorso, quando, durante una manifestazione per la Festa della donna, Matteo Pronzini aveva apostrofato e insultato i due funzionari, intervenuti per constatare un atto di vandalismo. Di qui la denuncia per ingiuria”. Fra le righe, dunque, si rimarca come la colpa dell’accaduto fosse di Pronzini (che in effetti ha detto di essersi scusato).

“Il Municipio non può però non stigmatizzare il comunicato stampa dell’MPS di martedì 29 maggio 2018, nel quale si accusa il Comando della Polizia comunale di aver reso pubblico il verbale di polizia. Accusa del tutto falsa. Del resto i fatti contestati si sono svolti in pubblico di fronte a decine di testimoni. Per venirne a conoscenza non era dunque necessario visionare il verbale di polizia, come invece asserisce l’MPS”, prosegue la nota, dove l’Esecutivo “stigmatizza inoltre le ennesime parole offensive rivolte a collaboratori e dipendenti dell’Amministrazione comunale rei, unicamente, di svolgere con coscienza il proprio lavoro”.

La pace sembra lontana…
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