Se ne preoccupano i consiglieri comunali dell’UDC e Lega Tuto Rossi, Orlando Del Don, Luigi Calanca, Kiko Zanchi, Fabrizio Ferracini, Giulio Deraita e Manuel Donati. E non per caso, bensì perché “testimonianze da noi raccolte affermano una realtà diversa. I monitor sono piazzati negli uffici della Polizia, aperti 24h su 24h, e sono accessibili a tutti dalle segretarie amministrative alle donne di pulizia. La signorina allo sportello può guardare la videosorveglianza, anche se non ha la formazione richiesta dalla Legge. Ogni tanto semplici impiegati dell’UTC verrebbero piazzati davanti ai monitor per controllare chi ha ficcato il sacco della spazzatura verde al posto di quello rosso. Insomma in pratica la videosorveglianza funzionerebbe senza rigorosi controlli. Funzionari statali o di polizia possono raccogliere dati su pennette USB, senza che venga allestito un apposito registro con il giustificativo di questi prelievi. Infine i tecnici della AMB che gestiscono l’impianto di videosorveglianza hanno libero accesso a tutte le registrazioni, contrariamente a quanto affermato dal Municipio”.