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Cronaca
29.08.2018 - 09:000

I manifestanti chiederanno di chiudere il centro di Camorino

Una delegazione di chi nel weekend ha visitato (senza autorizzazione) il centro ha incontrato Cantone e Croce Rossa. La direttrice: "facciamo il possibile per gli asilanti"

CAMORINO – L’altro giorno un gruppo di persone era entrato nel centro asilanti di Camorino, documentando quel che ha visto, dalla temperatura elevata alla poca privacy, dalle docce con acqua giallognola e puzzolente. L'altro ieri i rappresentanti del Cantone e della Croce Rossa si sono rivisti con gli stessi manifestanti, pronti a una richiesta forte.

Ci racconta com’è andata la direttrice della Croce Rossa Josiane Ricci.

Come si è svolta la manifestazione?
“Prima di tutto, da quel che so io, non era stata autorizzata. Queste persone si sono presentate davanti al Centro, noi non eravamo informati del fatto. L’accesso alla struttura è regolamentato, i manifestanti sono entrati senza autorizzazione e questo ha fatto sì che sia stato raggiunto il massimo della capienza con potenziali rischi sull’operatività della struttura. Non vorrei che venisse usato il termine pericolo, solo sottolineo come il fatto di avere molte persone all’interno ha causato qualche perplessità fra i richiedenti l’asilo. La struttura può ospitare un numero massimo di persone, anche per le norme di sicurezza, per cui non potevano stare lì”.

I manifestanti hanno raccontato di aver trovato un centro in condizioni critiche, cosa replica?
“La struttura, lo sappiamo, non è quella ideale. Facciamo il possibile con quello che ci viene messo a disposizione. Sia le autorità che noi ci stiamo adoperando da tempo per valutare delle alternative e per poter dare il massimo nei confronti delle persone ospitate. In tal senso da marzo abbiamo ottenuto la possibilità di utilizzare la casetta vicina al centro, con un giardino, dove si svolgono attività di formazione e ludiche e c’è anche la possibilità di contribuire al mantenimento del giardino stesso”.

Si parlava di un caldo asfissiante e di acqua non pulita nelle docce. Sono problemi che riscontrate e se sì cosa si può fare?
“Quello che si può fare lo stiamo mettendo in atto. A livello di temperatura va detto che era molto elevata come è successo in tante altre case, non era caldo solo al centro. Sono stati messi a disposizione dei ventilatori e l’impianto di aerazione è stato sfruttato al massimo delle sue possibilità. Per quanto riguarda l’acqua, si tratta di acqua usata a scopi igienici e non per consumo da parte dei richiedenti l’asilo. Ad ogni modo sono in atto degli accertamenti per verificare delle possibili migliorie”.

I richiedenti l’asilo si lamentano spesso delle condizioni oppure le critiche vengono da fuori?
“C’è qualcuno che segnala quel che non va. Ci sono tanti che sabato, però, sono stati parecchio disturbati, dal fatto che i manifestanti siano entrati. La struttura, tendenzialmente, non piace e lo sappiamo: chi arriva in Svizzera si aspetta sempre un appartamento, in generale. Ovviamente è difficile concederlo a tutti”.

Lei ha incontrato le persone che sono entrate, giusto?
“Noi della Croce Rossa assieme al Cantone abbiamo rivisto l'altro ieri pomeriggio una delegazione dei manifestanti. Sono stati condivisi degli aspetti tecnici che andrebbero migliorati all’interno del centro, abbiamo risposto a tutte le domande sul funzionamento ma abbiamo avuto anche modo di illustrare la nostra presa a carico a favore dei richiedenti l’asilo, che consiste in educazione, scolarizzazione, formazione, sostegno psicologico e assistenza sanitaria. Loro comunque formalizzeranno delle richieste specifiche all’attenzione dell’Autorità cantonale, in particolare chiederanno la chiusura del centro di Camorino e l’individuazione di una struttura diversa”.

Condivide o è eccessivo?
“Una struttura fuori terra ha sicuramente dei vantaggi in confronto a una della Protezione civile. Bisogna essere molto realisti sotto certi aspetti, è da tempo che noi e le autorità ci adoperiamo per trovare soluzioni alternative ma è difficile ottenere una struttura per richiedenti l’asilo, pensiamo a Losone (dove la popolazione ha votato per la non riapertura del centro, ndr)”.

 

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