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24.09.2018 - 22:280
Aggiornamento: 25.09.2018 - 18:46

Il degrado, il disagio, il dramma. "Figli isolati per le condizioni igeniche". "Non sembrava così grave"

Quadri fa sapere che ma famiglia di Lugano a cui sono stati sequestrati 18 cani era nota ai servizi sociali. "C'erano dei parenti, nessuno sapeva nulla?"

LUGANO – È una di quelle storie che fa accapponare la pelle. Perché non sembra vera, sembra venire da un telefilm, da un’altra parte del mondo. E invece è avvenuta in Ticino. una storia di degrado assoluto.

È partito tutto con la richiesta di aiuto alla Società Protezione Animali di Bellinzona: c’era 18 cani in un appartamento. I volontari hanno trovato qualcosa di allucinante. Sporcizia, addirittura 30 centrimetri al suolo. Oltre ai poveri cuccioli, sprovvisti di microchip ma pare figli di una o più cucciolate di altri cani già presenti, in quella casa vivevano una coppia con i loro tre figli. 

Come ci si può ridurre così? A quanto pare, la famiglia era conosciuta, si sapeva che c’era qualche problema, ma non a questo livello.

Lorenzo Quadri, Municipale di Lugano, posta: “La famiglia era nota ai servizi sociali, erano anche state prese delle misure a tutela dei minori, ma non era immaginabile una simile situazione di degrado. In particolare non dall'apparenza delle persone. D'altra parte la famiglia rifiutava categoricamente ogni intervento al domicilio, ed i servizi sociali non potevano buttare giù la porta. Per entrare in casa d'altri senza permesso ci vuole un ordine della magistratura. E qui si tratta di persone in grado di intendere e di volere. La famiglia non era neppure isolata e abbandonata a se stessa, visto che ci sono dei parenti stretti che vivono a Lugano. Nessuno sapeva di nulla?”. 

Domande senza risposta. “Adesso è facile puntare il dito contro i servizi sociali, come sempre in questi casi. Ma bisogna ricordare che le loro possibilità di intervento sono limitate, che non sono un "grande fratello" con telecamere nelle case dei cittadini (ci mancherebbe altro) e che è facile, molto facile, parlare col senno di poi”, prosegue.

Però, secondo alcune voci raccolte da tio.ch, i figli erano isolati dai compagni di classe per le condizioni igieniche, e i genitori non davano confidenza. Agli amministratori dello stabile era stata segnalata la situazione, ma nessuno era voluto intervenire. Addirittura i vicini dovevano tenere le finestre chiuse per la puzza.

A Quadri non va che la SPAB abbia pubblicato le foto. “Un paio di parole le si potrebbero spendere sull'iniziativa della protezione animali di scattare foto in casa d'altri e poi pubblicarle per farsi propaganda. A parte i fondati dubbi sulla legalità di questa iniziativa: i compagni di classe dei minori coinvolti (non si sa quanto risiedessero effettivamente nell'appartamento) non ci metteranno molto a capire di che appartamento e di che famiglia si tratta. Così dei ragazzi già in una situazione "non bella" si troveranno pure esposti al pubblico ludibrio. Magari si sarebbe potuto pensare che oltre agli animali ci sono anche delle persone disagiate che, con simili trovate, vengono messe ancora più in difficoltà".

I figli sono stati presi a carico da strutture, mentre i genitori sono stati sentiti: il padre viene dall’Europa dell’est, la madre è svizzera.
Nell’appartamento ci sono degli addetti alla bonifica, che sostengono di non aver mai visto nulla di simile.
Interpellato da liberatv.ch, Michele Bertini si è lasciato andare a un’amara riflessione: “Qui siamo di fronte a un disagio umano, non solo sociale, a un dramma che è una sconfitta per la comunità tutta. E che è anche figlia, e indice, dell’indifferenza che purtroppo regna nella società della comunicazione globale, e della mancata capacità di indignarci… Da parte dei vicini, dei custodi dello stabile, dell’amministrazione… Adesso tutti gridano allo scandalo, ma io dico: una comunità reagisce ogni giorno, non solo di fronte a casi estremi e, per fortuna sporadici, se non rari. Credo che qui, prima che nell’ambito delle leggi, siamo nell’ambito del buon senso e dell’umanità. Purtroppo, tra qualche settimana ci saremo dimenticati di tutto”.

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