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Cronaca
04.07.2019 - 09:000

Le nuove bombe su Camorino. "Le colpe sono di De Rosa e Gobbi. A Fiorini diciamo che... E James è scomparso"

R-Esistiamo torna coin una durissima nota, in cui ce l'ha con tutti. Uno degli uomini che fecero lo sciopero della fame è sparito. "Diceva che in Svizzera anche i cani sono trattati meglio"

BELLINZONA – Una persona scomparsa, quindi o incarcerata o rimpatriata, condizioni disastrose, visite a sorpresa di funzionari, colloqui con essi. Sono pesanti le accuse rivolte dal Collettivo R-Esistiamo, che in un aggiornamento della situazione ne ha per tutti. “In quanto collettivo che solidarizza complice con le lotte e i gesti di rivolta di chi subisce sulla propria pelle le conseguenze della segregazione in Ticino, seguendo la situazione di questi ultimi giorni a Camorino, ci pare importante e necessario mantenere aggiornamenti costanti sul diario di bordo di questa rotta ribelle”, scrive.

A Camorino ora ci sono 7 persone, “la maggior parte vive in condizioni di depressioni e malori importanti, figlie di stanchezza fisica e mentale, di soprusi e di mancanza di ogni forma speranza. Condizioni allarmanti le cui principali responsabilità - non nutriamo dubbio alcuno - sono da attribuire ai vertici governativi ticinesi e ai loro rispettivi dipartimenti guidati dal neoletto Raffaele De Rosa e dall’onnipresente Norman Gobbi. Ipocrita e furba, di fronte a tale scempio, la Croce Rossa, ha invece deciso di sospendere l’amministrazione del campo. Formalmente perché il numero delle persone rimaste nel bunker non soddisfa i requisiti minimi del mandato (o del profitto) e forse anche perché la gestione di un lager sotterraneo, se continuamente dissepolta, non rappresenta la migliore strategia di marketing per l’accaparramento nel «mercato logistico dei rifugiati»”. Accuse forti e mirate, dunque, senza risparmiare nessuno.

Compreso chi ha fatto a loro dire sparire un rifugiato. “James era uno dei ragazzi entrati in sciopero della fame alla fine di giugno per denunciare le condizioni di detenzione nel bunker di Camorino. Per denunciare un sistema migratorio svizzero disumano, paternalista e violento:James,intervistato dalla televisione, parlava infatti di “peggiori condizioni” mai incontrate nel bunker e nei suoi dintorni, nella sua lunga odissea migratoria. “In Svizzera perfino i cani sono trattati meglio”. James, lunedì mattina primo luglio, è stato prelevato dalla polizia ticinese, portato alla SEM di Chiasso per accertamenti – così dicono – e da allora si sono perse le tracce”, raccontano poi.

Ne hanno anche per Carmela Fiorini del DSS. “Casualmente ma forse nemmeno troppo, nello stesso momento del sopraluogo governativo, un presidio mobile e coordinato tra Bellinzona e Camorino, riusciva a mantenere alta l’attenzione sul bunker e a incrociare la strada della Signora Fiorini proprio, e guarda caso, a ridosso del bunker. E anche a questo giro, come già la settimana precedente e nonostante le famose norme di sicurezza, due persone riuscivano a entrare nel bunker e a confrontarsi per più di un’ora con la rappresentante governativa, ribadendo quello che ormai dovrà diventare la parola d’ordine di quest’estate: chiudere il bunker ora! La cui risposta - e non ci si aspettava sicuramente altro - si riduceva invece a un misto di affermazioni di comodo, di inviti a proposte da altri definite illegali (interessante, interessante questi sviluppi, chissà se il dipartimento di polizia concorderà…, ma ci ritorneremo non preoccupatevi…), di dita medie dal finestrino di una rombante Mercedes”. 

Si chiedono se “la perizia di riconsegna del bunker, presumibilmente svoltasi martedì 2 luglio nello stesso bunker con la supervisione blindata del capo DSS Carmela Fiorini, sarà riuscita a far bene i lavori di repulisti globale (server e pc inclusi) del campo”.

Insomma, R-Esistiamo ne ha davvero per tutti. Cosa ne sarà dei 7 presenti a Camorino? Altra domanda scottante. “L’abbaglio che il trasferimento di gran parte di queste persone ribelli, in centri come quelli di Cadro o di Biasca possa costituire un’accettazione delle richieste espresse o un miglioramento delle condizioni di concentramento sta anche nel fatto espresso sopra per cui, della persona prelevata dalla polizia tra domenica e martedì, non si hanno al momento notizie. Il che coincide, presumibilmente, con una carcerazione amministrativa o un rimpatrio forzato. Piuttosto, la reazione delle istituzioni del campo-bunker (quelle dello Stato-Cantone nelle forme del Dss e del ministro di polizia – e quelle del capitale privato nella forma di Croce Rossa e Securitas) va letta come misura repressiva verso qualsiasi forma di resistenza sotterranea interna e come forma di contrasto e prevenzione alle pratiche di lotta in superficie”.

 

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