LUGANO – L’emergenza coronavirus rallenta anche la produzione in Ticino di casa Philipp Plein. Stando a quanto raccolto da Tio/20 Minuti, un centinaio di collaboratori dello stilista sarebbero in regime di lavoro ridotto da marzo. Identico il discorso per quanto riguarda i dipendenti della filiale di Milano. E sebbene un decreto italiano vieti i licenziamenti, nell’azienda di Philipp Plein la preoccupazione non manca visto e considerato che – scrive il portale – alcuni licenziamenti sarebbero già stati annunciati a partire dal mese di giugno.
Diversa, invece, la situazione in Ticino, dove sette tagli sarebbero già stati effettuati. A confermarlo è l’OCST che a Tio spiega di “aver ricevuto delle segnalazioni circa l’utilizzo di tali misure”. Misure che il sindacalista Paolo Coppi definisce come “una mossa scorretta” in virtù degli aiuti pubblici richiesti proprio dal noto stilista.
“L’azienda – conclude Coppi – dimostra di dare poco valore al capitale umano”.