CRONACA
Alain Berset: "Nervi tesi. Non so se in autunno ci sarà la seconda ondata"
Il consigliere federale: "Siamo sotto pressione. Non vogliamo chiudere tutto come in marzo"
TIPRESS

BERNA – La fine della pandemia non si vede. Sarebbe questo il motivo per cui "gli svizzeri sono sempre più stanchi e irritabili", secondo il consigliere federale Alain Berset intervistato dalla NZZ am Sonntag. "Tutti – continua – siamo preoccupati, lo capisco. La maggior parte della popolazione non ha mai vissuto nulla di simile. L'incertezza è durata a lungo e si percepisce".

Il mondo politico e quello scientifico, in periodo di crisi, ha dato prova sì di unione, ma anche di discussioni spesso infuocate. "È normale. C'è stato un momento di coesione impressionante, ma poi le discussioni sono ricominicate con nervi tesi. Il motivo? Non si vede una fine vicina e la stanchezza si fa sentire. L'errore dell'Ufficio federale della sanità pubblica sui principali luoghi di contagio ha acceso discussioni importanti".

"I nostri funzionari – dice Berset – sono sotto pressione. Siamo tutti vicino al limite. Siamo umani e viviamo anche noi ogni giorni con l'incertezza. Detto questo, penso che abbiamo la situazione sotto controllo. Non so se in autunno ci sarà una seconda ondata, ma stiamo facendo il possibile per evitarla. Il principale nostro obiettivo è quello di non dover chiudere di nuovo tutto come fatto in marzo".

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