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Cronaca
17.08.2021 - 10:180

Cassis: "Il tuo posto era a Lugano. Oggi diresti che è semplicemente la vita"

Il Consigliere Federale è stato compagno di liceo del sindaco e ha ripercorso le tappe di una vita in cui spesso si incrociavano

LUGANO - Il primo a prendere la parola durante i funerali di Marco Borradori (dopo Roberto Mazza) è stato il Consigliere Federale Ignazio Cassis, compagno del liceo del sindaco.

"Caro Marco, è il momento del commiato. Non ce lo saremmo mai aspettati quando frequentavamo assieme il liceo, avevamo tutta la vita davanti. Abbiamo trascorsi momenti di leggerezza, di effervescenza. Sul finale degli anni '70 a Lugano si respirava un'atmosfera da '68. Poi hai preso il treno per Zurigo, io ti ho seguito poco dopo, tu diritto e io medicina, due professioni che non avremmo esercitato a lungo cedendo all'infatuazione per l'impegno politico. Per te l'infatuazione è diventata subito innamoramento, uno slancio di passione come ne hai avuti tanti nella vita. Nasceva il Movimento Leghista e ti sei trovato subito a Berna, era poco prima di Natale. Nessuno ti ha più fermato, hai bruciato le tappe in pochi anni. Credo che avessi intuito che la Svizzera non esiste se non si articola sui suoi tre livelli istituzionale o più prosaicamente hai seguito il tuo cuore.

Un cuore che sapevi manifestare con modestia, eleganza e solarità, che sempre più persone scoprivano. Una sera, mentre sorseggiavamo un aperitivo dopo la tua elezione al Nazionale, mi raccontavi le tue sensazioni: eri una fonte di ispirazione.

Nel 1997 ci siamo ritrovati a Bellinzona, dall'Ufficio del Medico Cantonale scorgevo la finestra del suo. Al momento della mia elezione in Consiglio Nazionale ti avevo chiesto consigli e ci sei stato. C'eri sempre, per chiunque, con cortesia e disponibilità. Un giorno mi dissi che mai saresti tornato a Berna, che il tuo posto era qui, a Lugano. Qui sei tornato, in pompa magna, superando ostacoli e trabocchetti dell'arena politico. Sei andato per la tua strada.

Lo scorso 10 agosto ti ho visto correre, sorridente, quando improvvisamente ti hanno strappato alla vita. Ecco quella fine che al liceo non vedevamo perchè troppo lontana. Una fine che era scritta nel tuo destino, noi siamo qui a bocca aperta, ancora increduli. La bellezza della tua persona aveva nascosto la fragilità del vivere. Te ne sei andato mentre facevi ciò che amavi e che i ticinesi amavano che facessi.

Se tu fossi qui, e per me lo sei, diresti che fa parte della vita. A familiari, amici e a tutti i ticinesi vorrei esprimere le mie sincere condoglianza a nome del Consiglio Federale.

Caro Marco, ci mancherai".

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