CRONACA
Un gruppo di partiti per la Riforma fiscale. «Indispensabile per le PMI»
Si pensa già all'appuntamento elettorale di febbraio. PLR, UDC, PPD, Verdi liberali e PBD argomentano a favore del sì, il PS ha lanciato il referendum «ma senza piano B»
BERNA - Appena terminata la campagna per la votazione sul nucleare, su cui non si sono ancora esauriti i commenti, è già ora di guardare avanti, verso i prossimi appuntamenti elettorali.Il 12 febbraio si andrà alle urne in merito alla Riforma fiscale delle imprese, e un vasto comitato interpartitico costituito da rappresentanti del PLR, dell’UDC, del PPD, dei Verdi liberali e del PBD ha presentato ai media gli argomenti a favore della Riforma dell’imposizione delle imprese III, convinto che "questa riforma garantisce il successo della Svizzera, preserva l’attrattività e la competitività della piazza economica, ciò che è di importanza decisiva per il tessuto economico svizzero caratterizzato da un’elevata presenza di PMI" e inoltre "è la chiave per il benessere a lungo termine della Svizzera".Diverse le motivazioni addotte dal gruppo, che conta fra i suoi membri Christian Lüscher del PLRT, Leo Müller del PPD, Isabelle Chevalley del PVL, Magdalena Martullo-Blocher dell'UDC e Urs Gasche del PBD. Sono certi per esempio che la riforma fiscale stabilirebbe un’imposizione uniforme di tutte le imprese e abolisce i privilegi concessi ad alcuni gruppi di imprese, e che a beneficiarne sarebbero soprattutto le PMI, grazie a tassi di imposizione minori in altri cantoni. Chi promuoverà ricerca e sviluppo godrà di imposizioni agevolate. Il rischio, se passasse il no, è fino a 24mila società altamente mobili possano lasciare il paese e di portare con sé 150mila impieghi, oltre ad un numero equivalente di posti di lavoro che sarebbero persi nelle PMI, è convinto il gruppo di sostegno.Anche il federalismo ne uscirebbe rafforzato, perché l'abolizione degli statuti speciali finirà per garantire anche negli anni a venire 5 miliardi annui di entrate fiscali per la Confederazione.Contrario è ovviamente il PS, che ha lanciato un referendum. Ma, fanno notare coloro che si sono schierati per il sì, senza elaborare un piano B. Secondo i sostenitori della riforma, i socialisti finirebbero semplicemente per chiedere aumenti d'imposta.
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