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Cronaca
06.12.2016 - 16:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«Il padronato vuol abolire i contratti collettivi. Lavoratori trattati come merce, sarebbe una giungla»

Il Forum Alternativo è indignato dalle parole di Gian Luca Lardi e spara a zero. «Affermazioni irresponsabili, anche politicamente. E dove sono finiti i soldi degli immobiliaristi?»

BELLINZONA - «Hanno finalmente gettato la maschera". Il Forum Alternativo è furibondo con il presidente della Società Svizzera degli Impresari Costruttori (SSIC) Gianluca Lardi, già candidato al Consiglio Nazionale per il PLR. Il motivo è un'intervista da lui rilasciata alla "NZZ am Sonntag" dove ha affermato che servirebbe una flessibilità maggiore a livello salariale in particolare verso i lavoratori anziani che non hanno più la resa di un giovane: ergo, si potrebbero pagare di meno. Oltretutto, Lardi si è detto convinto che i disoccupati accetterebbero, pur di lavorare, dei salari inferiori rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale. «Il presidente della SSIC afferma che il fatto di non poter pagare meno i lavoratori più anziani rappresenta un “sistema killer di impieghi”. Che dire? È la solita logica padronale irresponsabile e lesiva della dignità dei lavoratori», si indigna il Forum Alternativo. L'uscita non è ritenuta intelligente nemmeno dal punto di vista politico. «Sono affermazioni irresponsabili in quanto l’iniziativa UDC “contro l’immigrazione di massa” è stata accettata proprio per i timori che le persone hanno di una situazione insostenibile creatasi nel mercato del lavoro». Le parole di Lardi riflettono «la logica dei padroni che vogliono mettere in concorrenza tra di loro i lavoratori per abbassare i salari. È proprio quello che sta succedendo in Ticino. Sostenere che i disoccupati accetterebbero volentieri salari inferiori al contratto è offensivo, oltre che irresponsabile. Pensiamo alle conseguenze di tale proposta: le aziende licenzierebbero i lavoratori più anziani per assumere quelli più giovani a costi nettamente inferiori. Si scatenerebbe una vera e propria guerra che porterebbe a una diminuzione generalizzata dei salari e a licenziamenti massicci che peserebbero sulla collettività nella misura in cui migliaia di operai finirebbero in disoccupazione». «È tempo e ora che il padronato assuma le sue responsabilità. È questa la tanto decantata responsabilità sociale delle imprese? Lardi evidenzia bene che il padronato vuole sbarazzarsi dei contratti collettivi. Questa l’amara e triste realtà sotto gli occhi di tutti. In un contesto come quello attuale solo i contratti collettivi e dei salari minimi dignitosi e vincolanti per tutti possono contrastare il dumping salariale, la brutale messa in concorrenza dei lavoratori e le dinamiche di sostituzione della manodopera», prosegue con amarezza la nota. Quanto detto riguardo i lavoratori più anziani non piace per nulla. «Le affermazioni di Lardi sono anche totalmente irrispettose nei confronti dei lavoratori anziani che hanno lavorato per decenni magari per la stessa impresa e che sono attivi in un settore e in un lavoro che mina pesantemente il fisico. Questa è la considerazione che il capo degli impresari costruttori ha per coloro che hanno edificato la Svizzera? Lardi derubrica i lavoratori a merce! Ma non sono i lavoratori il bene più prezioso delle aziende come sono soliti dire gli imprenditori? Una flessibilizzazione dei salari spalancherebbe la porta a scenari a dir poco spaventosi e trasformerebbe il settore in una vera e propria giungla, creando un precedente pericolosissimo che facendo scuola porterebbe ad un ulteriore erosione dei diritti dei salariati attivi in questo Paese. Le proposte di Lardi costituiscono un attacco frontale ai diritti salariali delle persone e non fanno altro che fomentare preoccupazioni e paure! Lardi deve capire che in Svizzera devono essere retribuiti salari svizzeri!». «Invece di provocare una guerra fra poveri, si chieda piuttosto Lardi dove siano finite le decine di miliardi di franchi incassati dagli immobiliaristi in questi anni di boom di vendite a prezzi stellari, speculati sulle spalle di chi quelle case le ha costruite, imprese comprese», termina sibillino il comunicato.
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