BELLINZONA – Si avvicinano a grandi passi le elezioni di Bellinzona: una settimana e si conoscerà la composizione del nuovo Municipio. I sondaggi del Giornale del Popolo parlano di una ripartizione 3-2-1-1, con la coalizione Lega-UDC-Indipendenti-Il Noce che entrerà per la prima nell’Esecutivo e il PLR che dovrebbe avere la maggioranza.

Duelli interessanti in casa leghista e pipidina per il posto, anche fra i liberali è aperta la corsa per il terzo seggio. Una delle grandi sfide è quella per il ruolo di sindaco di quindicina fra Andrea Bersani, liberale, sindaco di Giubiasco, e il socialista Mario Branda, ora in carica a Bellinzona. Con tre domande, abbiamo provato a tastare il polso all’outsider, dato per leggero sfavorito, ovvero Bersani, uno degli uomini chiave dell’aggregazione.

“Il PLR, sarebbe sciocco negarlo, si prefigge di confermare la maggioranza relativa che già oggi detiene nella maggior parte dei Comuni che confluiranno nella Nuova Bellinzona, compresa l'attuale Città. Questa è anche la ragione per la quale il mio partito ha voluto mettere in campo una lista forte e molto equilibrata. Le mie aspettative, pertanto, sono prima di tutto quelle del partito, nel senso che conto su un'affermazione in linea con l'attuale peso del PLR nel Bellinzonese. Sul piano personale, poi, mi auguro di ottenere la fiducia delle elettrici e degli elettori di tutto il comprensorio, così da avere la possibilità di dare anche il mio contributo, affinché la Nuova Bellinzona parta con il piede giusto ed affinché sia dato a tutti i quartieri lo stesso peso”.

“La gente, ed è giusto che sia così, farà le scelte che meglio le aggraderanno. Personalmente sono evidentemente pronto anche ad assumere questo ruolo, se così verrà deciso, con umiltà, spirito di servizio e tanto entusiasmo”.

“I sondaggi, per definizione, presentano sempre un certo margine di errore, anche se danno comunque delle indicazioni importanti. L'ultimo apparso sul GdP non sfugge a questa regola. Credo però che, da qui al 2 aprile, sussista pur sempre un certo margine di manovra.  Le persone che non hanno ancora fatto uso del voto per corrispondenza sono la maggioranza e questo, non da ultimo perché i sondaggi stimolano sovente a votare in modo da smentirli, è ancora un fattore di incertezza relativamente importante a pochi giorni dal voto”.