“Trovo insopportabile il piagnisteo di chi, con la scusa della crisi, non tenta almeno di migliorare la propria condizione”, scrive qualcuno, che poi argomenta: “In primo luogo, trovo assurda la moda di utilizzare il CV formato europeo: in questo modo non si è fatto altro che omologare la presentazione storica del proprio percorso. Io sono per l'originalità a trecentosessanta gradi, pertanto, se è vero che, un buon CV è un buon biglietto da visita, allora sia il più personale possibile. Secondo aspetto fondamentale, l'audacia... osservate il vostro comportamento con amici e parenti, cercate quindi di affinare le vostre peculiarità, senza essere egocentrici, un giusto equilibrio di porsi nei riguardi di estranei, è sempre da preferire. Concludendo: ritengo che, esser intraprendente non significa necessariamente invadente o arrogante, ponetevi con garbo ma, assolutamente vietato elemosinare il lavoro, cadreste nello squallido gioco di chi sostiene il dumping salariale”. Un tema ampio anche quello dei curriculum vitae, spesso difficili da redarre. Secondo un’utrice, devono essere il più personali possibili ma adattabili al datore di lavoro cui vengono indirizzati.