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Cronaca
05.04.2017 - 21:200
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Gobbi perentorio, "io chiuderei sin da ora tutti i valichi secondari. I furti nelle abitazioni avvengono di notte"

Ospite a RadioRai, il Ministro ha difeso la chiusura. "Non danno problemi al traffico transfrontaliero, essendo notturne" Poi bacchetta il giornalista: "il casellario lo chiediamo a tutti"

BELLINZONA – La questione della chiusura notturna di tre valichi secondari continua a tener banco. In Italia se ne parla in diverse trasmissioni, la Rai per esempio ha dedicato una parte del programma Agorà di questa mattina al tema, domani toccherà a Rete4.

Il Ministro Norman Gobbi oggi è intervenuto ai microfoni di RadioRai ed è stato deciso: “Fosse per me, chiuderei già tutti. I valichi minori. Ma questa è una fase di test. Sono stati scelti questi perché comunque pochi km più a est o a ovest si può transitare”, ha tuonato, in risposta a chi gli chiedeva come mai la scelta è caduta sulle tre dogane in questione.

Ha sottolineato come non si tratta di “una chiusura ermetica come invece successo altrove , per esempio sui confini Francia/Italia, con problemi d'applicazione di Schengen... In quel caso mi sembra che la Farnesina non abbia detto qualcosa”, ha punzecchiato. Da parte sua, il Ticino ha informato le province di Como e Varese, mentre Berna ha avvisato Roma, “la mancanza dunque non è nostra”.
Gobbi ha spiegato che i furti nelle abitazioni avvengono soprattutto di notte, e ha portato l’esempio di Astano, che “è stato per alcuni anni il luogo con il maggior numero di reati pro-capite, proprio perché a ridosso della frontiera”.

I problemi per i frontalieri? “La fascia oraria scelta, quella notturna, non va contro alla mobilità transfrontaliera. Si vuole piuttosto concentrare le attività di polizia sui valichi principali”, e pertanto serve una maggior ottimizzazione degli effettivi, su entrambi i lati del confine.

Infine, chiusura (di discorso, non dei valichi…) dedicata al casellario, altra spina nel fianco delle relazioni fra Italia e Svizzera. “Lo chiediamo a tutti i lavoratori che vengono da noi, non solo agli italiani. E se fosse venuto a chiedermelo (rivolto al giornalista, ndr), glielo avrei spiegato”.
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