Bertoli boccia le chiusure dei valichi, "non porteranno a grandi risultati. Con l'Italia servono rapporti distesi"
Il neo presidente del Governo ha sottolineato lo scetticismo di Berna e delle Guardie di Confine. "Questa mossa è stata percepita come la goccia che ha fatto traboccare il vaso"
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BELLINZONA – Per Manuele Bertoli, la chiusura dei tre valichi secondati che tiene banco da giorni su media ticinesi e italiani, è eccessiva. Lo ha detto ieri, intervistato da Teleticino, esprimendo un parere del tutto diverso da quello del collega Gobbi, che invece chiuderebbe subito tutte le dogane secondarie.
“Non mi pare ci fosse una grande convinzione neanche da parte del Dipartimento Federale di Ueli Maurer e da parte delle Guardie di Confine: ho di recente sentito Antonini dire che non porterà a grandi risultati”, ha esordito il neo presidente del Governo.
La questione sta infiammando i rapporti fra i due paesi, per Bertoli “la reazione è esagerata, ma la misura è percepita come la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso. Serve un bagno di realismo da parte di tutti, le economie ticinesi e lombarde sono compenetrate: abbiamo bisogno di rapporti distesi”.
Per quanto riguarda l’opinione di Gobbi, Bertoli parla di “affermazione eccessiva. Non c’è la necessità di chiudere i valichi, è meglio tenere aperte le comunicazioni, nell’interesse di tutti. Non siamo in epoca antica”.