Il triste caso del dipendente della malaedilizia. "Non è dignità lavorare così. Ma prima di lasciare un posto in Ticino ci si pensa bene"
L'OCST si sta occupando del caso di una ditta edile, che deve 300mila franchi ai dipendenti, fa figurare tempi parziali quando in realtà si lavora al 100%. "Quando ci siamo rivolti ai sindacati, ci hanno licenziato. Ho avuto un esaurimento nervoso"
CHIASSO - Ha una decina di dipendenti, e verso di loro è riuscita a creare uno scoperto di circa 300mila franchi nel periodo che va da fine 2016 a giugno di quest'anno.
Si tratta di una ditta edile con sede a Chiasso, che, come riporta il Corriere del Ticino questa mattina, aperta nel 2016 come ditta individuale, poi chiusa e riaperta come Sagl. Ma non era, per nulla, tutto apposto: i dipendenti figuravano spesso al 60% e lavoravano al 100%, mancava un CCL e i salari orari erano fissati attorno ai 20 franchi anziché i 25 dovuti.
Del caso si sta occupando l'OCST, in particolare il deputato pipidino Giorgio Fonio, che ripete ancora una volta come bsogna intervenire, introducendo delle misure severe. Si apsetta che il Parlamento accetti una proposta, per esempio, del suo partito, che chiede di "bloccare sul nascere la concessione dei permessi, sia G sia B, a chi presenta contratti di lavoro non rispettosi delle disposizioni fissate nei CCL o nei contratti normali di lavoro".
Al di là di ciò, ogni volta che si viene a conoscenza di casi simili, a colpire è sempre l'aspetto umano, ovvero le storie delle persone coinvolte, che magari con una famiglia a carico, devono sottostare a regole che sanno essere non corrette. Ticinonews.ch ha raggiunto un ex dipendente, che ha raccontato la sua odissea.
"Quando i miei colleghi si sono rivolti ai sindacati, siamo stati licenziati", ha detto, amaramente. "Dalla tensione accumulata, ho avuto un esaurimento nervoso".
Per lungo tempo, è stato pagato "solo 100 franchi a settmana, nonostante secondo il contratto sottoscritto con la ditta prevedesse un salario superiore ai 2'000 franchi per un impiego a tempo parziale. Questa non è dignità del lavoro" E il tempo parziale in realtà era un 100%, e l'ex dipendente si ritiene addirittura fortunato, dato che alcuni colleghi non hanno avuto vacanze o diritti riconosciuti.
Quando gli si chiede com'è lavorare in una situazione del genere, sconsolato dice che "si ingoia il rospo e si va avanti, nella speranza che le cose cambino. Anche perché lasciare un lavoro è ormai una follia in Ticino".
Fino alla conclusione, e alla speranza che almeno grazie a OCST riesca a recuperare 4 mesi di salario. Il mercato ticinese mostra realtà tristi, non c'è che dire.
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