“Non conosco benissimo la situazione, però per come l’ho vissuta io il problema è che già alle medie ci sono livelli molto diversi, da chi ha tanta facilità a chi non riesce nemmeno a capire bene l’italiano, da chi trova semplice la matematica, come me, a chi ha davvero delle difficoltà. A me piace l’idea che tutti debbano avere un’istruzione di base e che non si debbano fare divisioni troppo presto, però è chiaro che è difficile tenere nella stessa classe ragazzi con livelli così diversi. So che c’è il progetto de La Scuola che verrà, non lo conosco a fondo per poter giudicare: è bello vedere che ci sono tentativi di migliorare una scuola ticinese che secondo me è già ben messa. Bisogna vedere come si possono fare delle migliorie, magari ascoltando anche cosa hanno da dire i docenti. Secondo la mia esperienza, è sempre stato positivo e ho percepito l’impressione che da parte dei docenti ci fosse impegno e si cercasse di aiutare gli allievi. Io devo dire di avere il vantaggio di avere due genitori che hanno studiato a livello universitario e per questo credo sia più facile andare bene, si è più seguiti e spinti”.