SOMEO – Nessun galoppinaggio ma un favore a un conoscente, nell’ambito di una discussione sulle elezioni. Poche ore dopo la notizia di un possibile caso di frode elettorale e incetta di voti, con la Procura che starebbe indagando, si sa chi sarebbe il noto esponente, attivo in passato per il PPD: si tratta di Armando Dadò, editore e padre del presidente del partito, Fiorenzo.
Ma lui smentisce e al Corriere del Ticino racconta una versione del tutto diversa. Il tutto è accaduto qualche giorno fa, quando un conoscente l’ha invitato a entrare in casa per due chiacchiere. Era presente anche il figlio di Germano Mattei, e da qui il collegamento, dato che è stato il deputato a segnalare il caso.
Dadò, Mattei e il padrone di casa parlano delle imminenti elezioni e della necessità di sostenere i candidati della Valle. Al che quest’ultimo compila di fronte agli amici la sua scheda, compresa quella di legittimazione.
E l’anziana madre? “Mi ha quindi chiesto di fargli un favore, non avendo lui la macchina, qualora mi fossi recato per l’appunto a Someo: portare il materiale di voto alla mamma”, spiega Dadò. Cosa che ha fatto. “Mi sono recato all’istituto e ho consegnato il tutto alla signora, che ha firmato il formulario per il voto per corrispondenza e ha messo la sua crocetta. Ed è stata sempre lei a chiedermi gentilmente di farle un piacere, imbucando la busta nella bucalettere”.
Si chiede cosa il figlio di Mattei abbia raccontato al padre, e sottolinea di non essere stato interrogato.