Una donna ha raccontato l'episodio di cui è stata vittima, partito da tre giovanissimi che lanciavano avanzi di cibo e carta stagnola a un cigno. Il gesto della sberla, ad ogni modo, è discutibile soprattutto se fuori dal contesto familiare
LUGANO – Una baby gang, come si definisce apparentemente con orgoglio, due sberle volate per calmarli, insulti, minacce e poi… la denuncia. Ma non da chi è stato insultato, bensì dagli insultanti!
La vicenda è stata raccontata da tio.ch e risale a inizio maggio. Una donna, una 47enne del Mendrisiotto, stava passeggiando con un’amica al Parco Ciani quando ha notato un gruppo di tre giovani che stavano lanciando avanzi di cibo e carta stagnola a un cigno. La donna, che è a sua volta mamma, ha provato a rimproverali, dicendo loro di smetterla. A suo dire, con educazione.
“Siamo una baby-gang. Non rompere e fatti i c---i tuoi, pu---na”, avrebbero risposto, ben poco educatamente, i tre, peraltro minorenni. Assieme a una scarica di insulti.
La 47enne di istinto ha tirato loro una sberla, con i giovani che si sono allontanati ridendo e lanciando minacce di morte. Ma per poi tornare, pochi minuti dopo, sputando addosso alla donna e all’amica, insultandole e filmando la scena col cellulare.
Le due signore, spaventate, si sono allontanate e la 47enne ha parlato con la Polizia, senza sporgere denuncia. Una denuncia che è però arrivata da parte della famiglia di uno dei tre giovani, per la sberla.
In effetti, una vicenda che lascia perplessi, non di sicuro una bella immagina della gioventù ticinese, a partire dalla carta lanciata al cigno sino agli insulti, passando per gli sputi e le riprese col cellulare. La reazione della donna è stata forte, la sberla di solito viene data in ambito familiare e il gesto, discutibile perché non tutti l’accettano come misura educativa, rischia di metterla nei guai.