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Cronaca
18.09.2019 - 15:210

Interviene Pau-Lessi: "Voglio essere sentito dal Gran Consiglio. Non ho mai coperto il mio collega e denuncerò chi lo affermerà ancora"

Tramite una nota del suo legale Andrea Bersani, l'ex Capo Ufficio del DSS mette i puntini sulle i. Ha ottenuto di poter leggere le motivazioni della sentenza, in modo da intraprendere i passi necessari. E critica Villa per le sue scuse

BELLINZONA – Ivan Pau Lessi si fa vivo tramite il suo legale, l’avvocato Andrea Bersani, dicendosi desideroso di essere sentito, se necessario nel caso di un’eventuale inchiesta parlamentare sul caso dell’ex funzionario del DSS condannato per coazione sessuale. Pau Lessi ribadisce di non aver mai coperto nessun atteggiamento non corretto del collega.

Il nome di Pau Lessi è riemerso l’altro giorno in Gran Consiglio, mentre era candidato per far parte del CdA dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti e diversi deputati, capitanati da Dadò e Bignasca, avevano voluto rinviare la trattanda, scandalizzati per la sua presenza fra i candidati.

“Il signor Ivan Pau-Lessi, già capo ufficio presso il DSS, sebbene sia stato sentito quale teste dal Ministero pubblico nell’ambito dell’inchiesta penale a carico di un ex funzionario e suo collaboratore, non mai ha fatto e non fa assolutamente oggetto a sua volta di alcun procedimento penale”, scrive Bersani.

“Il fatto che, all’atto di leggere la sentenza di condanna dell’ex collaboratore del DSS, il Giudice Villa si sia scusato ufficialmente a nome dello Stato, ciò che ha provocato innumerevoli reazioni, sia a mezzo stampa, sia in sede istituzionale, soprattutto da parte di alcuni politici, è circostanza che il mio mandante deplora, proprio per gli effetti dirompenti che simili reazioni hanno avuto, ma che tuttavia lo stesso signor Pau-Lessi non ha mai potuto chiarire, tenuto conto del rifiuto categorico del Giudice, su mia richiesta, di voler meglio precisare il senso di quelle affermazioni”, prosegue.

“Nel frattempo, e meglio martedì 17 settembre 2019, la Presidente della CARP ha accolto la richiesta del sottoscritto patrocinatore di poter disporre delle motivazioni della sentenza, debitamente anonimizzate, così da poter permettere al mio mandante di intraprendere i passi necessari a tutela dei propri legittimi interessi, ciò che sarà fatto a tempo debito”, continua Bersani. Dunque, il via libera delle CARP è di ieri, anche il Governo vuole le motivazioni e la copia della sentenza.

“Il livello e la gravità delle accuse mosse in modo del tutto ingiustificato nei confronti del signor Pau-Lessi, il quale mai ha coperto qualsivoglia atteggiamento di natura penalmente rilevante del suo ex collaboratore, né ne è mai venuto a conoscenza di quanto è stato addebitato a quest’ultimo, non sarà più tollerato, per il che, in presenza di ulteriori affermazioni fuori luogo, saranno intrapresi i passi necessari, compresa la segnalazione al Ministero pubblico di frasi, affermazioni o considerazioni che dovessero essere ritenute lesive del suo onore”, va all’attacco il legale.

Infine, “in data odierna il signor Pau-Lessi ha formalmente richiesto al Presidente del Gran Consiglio di essere sentito, se del caso anche nell’ambito di un’inchiesta parlamentare, dal momento che egli non ha nulla da nascondere e dal momento che ritiene di avere sempre agito nel massimo della correttezza, sia nello svolgimento delle proprie mansioni, sia al momento in cui rivestiva la carica di Capo ufficio presso il DSS”.

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