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Cronaca
08.03.2020 - 19:150

"Si entrerà in Ticino solo presentando il permesso G". "Le scuole? Potremmo chiuderle ma non ora"

Implementate delle misure che riguardano gli ospedali e i pronti soccorsi per concentrare le risorse. "È stata la Confederazione a decidere di lasciar entrare i frontalieri. Gli studenti? Non sappiamo ancora"

BELLINZONA - Dopo le frenetiche ore che hanno seguito la chiusura da parte dell'Italia della Lombardia (e di altre 14 Province) e dopo l'aggiornamento che i casi in Ticino sono 58, alle 18 c'è stata una conferenza stampa di Christian Vitta, Raffaele De Rosa e Giorgio Merlani.

Vitta: "decisione prese in accordo con Cassis e Berset"

“Le misure che vi elenchiamo sono state decise di accordo con i Consiglieri Federali Cassis e Berset con cui siamo in contatto, per il rispetto delle decisioni prese dall’Italia. La Polizia è stata incaricata, se caso, di supportare i controlli alle frontiere. Ci saranno presidi ai valichi affinchè entri solo chi può”.

“I lavoratori frontalieri dovranno sempre essere muniti di permesso G per entrare in Ticino. Nessuno che non abbia un motivo lavorativo deve poter entrare dall’Italia in Ticino”.

“Chiediamo alle aziende di collaborare, di far venire i lavoratori frontalieri solo se strettamente necessario, altrimenti di privilegiare il lavoro da casa. I datori di lavoro devono far rispettare le leggi igieniche. Chi è malato non deve recarsi al lavoro”.

De Rosa: "Prese delle misure negli ospedali"

“La situazione cambia rapidamente e altrettanto velocemente è importante adeguare le misure e adottarne di nuove, proporzionate, efficaci e prese al momento giusto. La priorità assoluta è la protezione della popolazione, delle persone più fragili, dei malati, degli anziani, la tutela del settore sanitario e il suo buon funzionamento”.

“Abbiamo introdotto alcuni provvedimenti. Ostetricia e neonatologia sono stati attribuite secondo il mandato della pianificazione all’OBV e a Locarno sono sospesi e trasferiti a Bellinzona e al Civico di Lugano. Sono stati chiusi provvisoriamente i pronti soccorsi di Faido, Acquarossa e dell'Ospedale Italiano di Lugano. Le urgenze saranno prese a carico negli altri quattro ospedale dell’EOC e a Moncucco e alla Santa Chiara. Sono misure proposte dall’EOC e confermate dal gruppo cantonale, dal Medico Cantonale e dal Consiglio di Stato”.

“Verrà applicata una riduzione ambulatoria e delle operazioni, con la chiusura di una sala operatoria a Locarno e Mendrisio. Si sta valutando il divieto delle visite nelle strutture sanitarie, a tutela delle persone fragili e malate, e l’autorizzazione di deroga alla legge sul lavoro per la durata dei turni, delle vacanze e quella di attingere a ulteriori risorse”.

“Ci aspettano settimane, forse mesi, molto difficili, anche se per ora il settore regge”.

Merlani: "Curva dei contagi non preoccupanti oggi, domani potrebbero salire"

“Avevo già detto che i casi, che ora sono 58, sarebbero aumentati rapidamente. Non è più possibile seguire la traccia di ogni singolo paziente positivo per cercare di mettere tutti i contatti in quarantena. Fondamentale è rallentare il contagio: i casi positivi vengono presi a carico e ne vengono informati i contatti stretti a cui si chiederà di monitorare lo stato di salute. È la persona che nell’ottica della responsabilizzazione eventuale deve scegliere la quarantena, non possiamo più farlo noi come autorità. Con i dati a disposizione abbiamo deciso di far scendere la quarantena a cinque giorni, perché abbiamo notato che coi contatti stretti l’incubazione è molto più rapida”.

“Vedendo la Lombardia abbiamo capito che il Ticino ha visto aumentare i casi con una settimana di ritardo, per cui abbiamo potuto mettere in atto delle misure. La curva ora non è preoccupante, però nel fine settimana si fanno meno prove per cui domani potrà esserci un aumento. Noi dobbiamo preparare gli ospedali perché sappiamo come andrà l’evoluzione”.

“La maggior parte dei 58 casi è a casa sua in quarantena, qualcuno invece deve essere assistito negli ospedali”. 

Vitta: "La Confederazione ha deciso di far venire i frontalieri"

"La confusione delle ore scorse è nata dal decreto italiano, dato che le voci parlavano di zona rossa, invece poi è stato approvato qualcosa di un po' diverso. È stata la Confederazione a decidere di lasciare aperte le frontiere. Noi possiamo potenziare i controlli sul territorio ticinese. Invitiamo ancora i datori di lavoro di far capo al telelavoro per i frontalieri e di fare in modo di non far venire chi non sta bene".

Merlani: "Quando ci sarà un'impennata vedremo se chiudere le scuole"

"La chiusura delle scuole è una misura da usare al momento giusto. Non è chiudendole adesso, senza sapere quando le ripariremmo, che potremmo fermare la diffusione. Quando ci sarà un'impennata forse ci sarà una chiusura, per rallentare la diffusione. Le scuole non sono collegate alla Lombardia, sono squisitamente locali. Si potrebbe pensare di differenziare obbligatorio e post-obbligatorio: se i bambini fossero a scuola non si creerebbero scuole informali, mentre se i più grandi fossero a casa ci sarebbe meno gente sui treni".

"Non abbiamo un numero di contagi e di ospedalizzazioni per cui chiuderemmo le scuole, si rischierebbe di perdere di vista fattori come la curva, guardando solo i numeri assoluti. Valuteremo giorno per giorno. Abbiamo discusso vari scenari, seguiamo l'evoluzione epidemiologica, la pressione sulla sanità e si portano le proposte al Consiglio di Stato che decide".

"Le ospedalizzazioni sono 10, di cui 4 in terapia intensiva (tra cui il secondo caso scoperto). Ma vengono aggiornati spesso. La maggior parte sono anziani ma non tutti, succede anche a gente di mezza età di essere ospedalizzata".

Vitta: "Non sappiamo ancora se potranno venire gli studenti italiani"

"Non sappiamo ancora se gli studenti italiani potranno entrare, la Polizia e le Dogane stanno ancora cercando di capire. Per ora sappiamo che può recarsi in Ticino chi ha il permesso G".

"Far restare i frontalieri in Ticino? Non ne abbiamo discusso nella seduta. Per noi è importante l'assunzione di responsabilità collettiva da parte di tutti".

Merlani: "Il decorso delle donne in gravidanza non è diverso da quello delle altre donne"

"Il personale sanitario che ha problemi di salute non viene impiegato per forza. Chiedo alle giovani infermiere, che hanno paura se sono in gravidanza: il loro decorso parrebbe essere uguale a quello delle donne non incinte".

"Ho sentito di alcuni aneddoti relativi a persone che hanno ripreso la malattia, sui social o sui portali. Non lo so so. Il primo test era giusto o la seconda patologia era un'altra, con la persistenza del virus? La spiegazione medica è difficile. L'esperienza è che dopo aver contratto la malattia si è immuni, ma serve più letteratura per saperlo con certezza".

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